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Sea Watch 3, perché il capitano Carola Rackete è una fuorilegge e non un'eroina

Caterina Spinelli
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La Sea Watch 3 ha violato la legge forzando il blocco navale per volontà di Carola Rackete, il capitano della nave. Ora la ong staziona fuori dal porto di Lampedusa, affiancata da una nave della Guardia di Finanza, in attesa dell'epilogo di questa vicenda. La volontà quella di entrare in porto, ma il sindaco di Lampedusa ha spiegato che non sarà possibile prima delle 20. Di sicuro, la Rackete e la ong, comunque vada, andranno incontro a quanto previsto dal decreto sicurezza-bis, fortemente voluto da Matteo Salvini e recentemente approvato. Il decreto non solo prevede l'utilizzo "di agenti sotto copertura per contrastare il traffico di esseri umani", ma anche "la confisca della nave per coloro che ripetutamente non ottemperano ai divieti di ingresso nelle acque territoriali". Il decreto poi impone il pagamento di una multa "che va dai 10mila a 50mila euro per il comandante, il proprietario e l'armatore". Sanzione, insomma, che dovrà essere pagata dalla ong, che per questo ha agià aperto una raccolta fondi. Leggi anche: Sea Watch 3, la Boldrini attacca il governo Il Viminale inoltre può decidere le sorti delle navi che entrano illegalmente nel nostro territorio: "Il decreto Sicurezza-bis attribuisce al ministro dell'Interno il potere di limitare o vietare il transito e la sosta di navi mercantili o unità da diporto o di pesca nel mare territoriale per motivi di ordine e sicurezza pubblica e comunque in caso di violazione di alcune delle disposizioni della Convenzione di Montego Bay (La Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare)". La Rackete ha già lanciato una raccolta fondi per il pagamento della multa del Viminale. A rispondere anche Luca Casarini, capo missione di Mediterranea, che si è dichiarato "disponibile a trovare i soldi necessari". Sanzioni, multe, sequestro della nave. Buone ragioni per non dipingere come un'eroina la capitana di Sea Watch, così come viene dipinta da gran parte della sinistra. E non solo. Più che eroina, infatti - decreto sicurezza-bis alla mano - è una fuorilegge. E per comprenderlo non è strettamente necessario il riferimento al decreto. Si pensi che Sea Watch poteva chiedere l'attracco a Malta o in Tunisia, cosa che non ha fatto, in barba alla legge. Così come gli immigrati al centro di questa vicenda sono stati recuperati in acque sar libiche, sempre in barbara alla legge. Infine, la Rackete e Sea Watch non hanno mai preso in considerazione di rivolgersi ad altri porti - Marsiglia e Valencia in primis, dove sarebbero arrivati da giorni -, puntando subito su Lampedusa. Dimostrazione del fatto che quello della presunta eroina è un atto politico, punto e stop. Come sottolinea Salvini un atto politico - e fuorilegge - "fatto sulla pelle dei migranti".

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