Matteo Salvini, Luigi Di Maio sui fondi russi: "La spaccatura della Lega in due partiti è sempre più vicina"
"Non sono per nulla preoccupato e non vado in Aula a parlare di fantasie" ha ribadito Matteo Salvini dopo che la sua Lega è finita nel mirino della procura di Milano che indaga sui "presunti finanziamenti illeciti" provenienti dalla Russia. Eppure, dietro l'immagine del leader invincibile e ottimista, per la prima volta si intravede la controfigura di un Salvini inquieto e nervoso per l'atteggiamento degli alleati. Il vicepremier - racconta Il Corriere della Sera - si aspettava forse un sostegno maggiore dal Movimento 5 Stelle, il cui presidente della Camera, Roberto Fico, lo ha addirittura sfidato in diretta. Per Di Maio "la spaccatura della Lega in due partiti, uno governativo e l'altro secessionista è vicina" riferisce ai collaboratori. Leggi anche: Di Maio "tradisce" Salvini: la grave accusa sui fondi russi Ma ora che il sospetto di finanziamenti illeciti ha complicato i rapporti nel governo e dato fiato ai malumori interni, rischia di prendere il sopravvento l'altra Lega, quella che non vede l'ora di tramutare in seggi al Parlamento italiano la valanga di voti accumulati alle Europee, spodestando Giuseppe Conte da Palazzo Chigi per mandarci Salvini. "I 5 Stelle potrebbero usare il caso Russia per pugnalarci alle spalle - azzarda un parlamentare leghista -. Meglio votare adesso, anziché in primavera dopo una difficile manovra" prosegue il quotidiano di Fontana. Sospettano "il possibile tradimento" anche i pentastellati e, in particolare il leader grillino: "Salvini non vede l'ora di superare la data del 20 luglio, oltre la quale si allontanano le urne, per poter dire all'ala secessionista di Zaia e Fontana che il governo Conte è condannato ad andare avanti". Poi ancora: "Tornare al voto sarebbe per la Lega una ammissione di colpa sui finanziamenti russi e una scelta perdente anche dal punto di vista politico". Ne sono convinti i 5 Stelle.