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Matteo Salvini, i leghisti: "Non vogliamo più Di Maio, meglio le dimissioni". E lui: "Non tiro a campare"

Caterina Spinelli
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«I grillini», dice Zaia dal palco provando a spiegare l' impasse che riguarda molti punti del contratto di governo «I grillini hanno rotto i co****ni!», lo interrompe urlando un signore che scatena l' ovazione del popolo leghista. Ci saranno 5 mila persone, anche da fuori città. Zaia, idolatrato dalla folla, tenta di mantenere la sua proverbiale compostezza, ma gli scappa un ghigno. Salvini invece, al suo fianco, non resiste e scoppia a ridere eccitando ancor di più gli animi degli astanti. Dietro il podio c' è un enorme striscione con il leone di San Marco e la scritta «Autonomia subito!». La festa provinciale della Lega di Oppeano, nel Veronese, è una piccola Pontida. Il Carroccio è cambiato, non è più quello secessionista di «Roma ladrona», il verde ha ceduto il posto al blu, ma sul prato l' atmosfera è quella di un tempo. Qui si sono dati appuntamento i vertici del partito: oltre al vicepremier e al governatore del Veneto, ci sono il ministro per gli Affari Ue Lorenzo Fontana, gli europarlamentari Mara Bizzotto e Toni Da Re. Domani parlerà il ministro alle Autonomie, Erika Stefani. Una signora sulla settantina coi capelli color argento indossa una maglietta verde militare con la scritta in giallo «Veneto, a difesa di un' idea». Uno striscione gigantesco inneggia alla «Lega Nord». Ci sono decine di bandiere del Veneto. Le bancarelle, al costo di 10 euro, vendono anche gli asciugamani da spiaggia con l' effige del leòn, che compare pure su anelli, braccialetti, collanine. Il motto sui cappellini è «Veneto libero». La gente compra i libri che parlano della «Grande truffa», il contestatissimo voto d' annessione del Veneto all' Italia. Non si parla d' altro che d' autonomia e delle trappole dei 5 Stelle. Lo fa anche lo stato maggiore del Carroccio. Salvini dice che si farà, ma cerca di mantenere un certo equilibrio. Tocca a Fontana, tra l' altro anche neo-segretario della Liga Veneta, andar giù pesante: «L' ultima riunione è stata brutta, è finita male. C' era troppa gente» dice a Libero. «Si è capito che da parte dei 5 Stelle manca la volontà di realizzare la riforma: questo ci ha fatto preoccupare e arrabbiare. Zaia non firmerà una finta autonomia. Questa riforma», continua, «è un punto fondamentale del contratto e se non passa ci saranno grosse difficoltà per il governo, si può aprire una crisi. Noi abbiamo portato le nostre proposte, loro no». Leggi anche: Luigi Di Maio, schiaffo a Salvini: ecco per cosa lo "tradisce" Un parlamentare del Carroccio ci dice che è pronto a dimettersi se l' autonomia non verrà realizzata entro fine autunno: «I soldi non sono tutto nella vita, ci sono anche gli ideali, la gente mi ha votato per questo». Il cielo è squarciato dai lampi, inizia a piovere giusto quando termina il comizio. «Non è pioggia», ironizza Salvini, «sono le lacrime della Fornero». Ieri, da Ferrara, la promessa: «Io starò al governo solo e soltanto se posso fare qualcosa che serve all' Italia e agli italiani. Se uno deve tirare a campare, andavano bene i Monti e i Renzi». di Alessandro Gonzato

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