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Chiara Appendino, il calvario della sindaca di Torino e dei Cinque stelle in fuga

Cristina Agostini
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Non è messa bene Chiara Appendino. Dopo aver conquistato Torino guidata dall'allora sindaco Piero Fassino, la pentastellata prima cittadina ora si ritrova con solo tre voti in più, un partito dilaniato dai litigi: Appendino infatti è diventata il nemico numero uno per molti 5 stelle, un po' come fu Matteo Renzi per Pierluigi Bersani & Co nel Pd.  E tra i 5 stelle c'è chi si dà alla fuga: "La mia è una scelta politica e di difesa dei principi democratici", dice Marina Pollicino a ItaliaOggi. "Avrei potuto già farla ma non volevo infliggere la stessa umiliazione che la sindaca ha inflitto a noi e mancare di rispetto alla capogruppo Valentina Sganga che ha fatto sempre di tutto per tenerci uniti. Ho riflettuto sugli ultimi sviluppi del nostro movimento, sia a livello comunale sia nazionale. Stiano prendendo una direzione nella quale, con mio grande rincrescimento, non mi riconosco più. Ho ascoltato qui a Torino il discorso del cosiddetto capo politico Luigi Di Maio e successivamente quello della sindaca con un forte senso di disagio, quel disagio e quella sofferenza che si provano quando la dignità della persona, prima che del consigliere comunale, viene mortificata in nome dell' affermazione prevaricatrice di una propria linea politica. Noi non siamo droni pigia bottoni. Come consiglieri abbiamo una funzione di indirizzo e controllo e voglio difendere questa dignità dell'istituzione". Leggi anche: Appendino ostaggio dei grillini. Dimissioni? No, ribalta tutto: cade una testa pesantissima Un calvario che non risparmia Maura Paoli, che ha solidarizzato con la Pollicino: "Il dolore che provo è immenso. Sfido chi ora si presta a facili commenti a provare anche solo per pochi minuti il disagio in cui viviamo. Il discorso inqualificabile in consiglio comunale della sindaca era atto a provocare delle reazioni. Che vi sia ora chi si stupisce è davvero ingenuo. A Marina Pollicino va la mia più sincera stima". 

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