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Antonio Noto: "L'elettore è tifoso, per Matteo Salvini il caso Russia non cambia nulla"

Cristina Agostini
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«La Lega è intorno al 37-38%. E non ci sono decrementi. Ma con questa legge elettorale si tratta di numeri, almeno attualmente, non sufficienti per vincere in solitaria. E poi: se anche Matteo Salvini decidesse di volere le elezioni, siamo sicuri che le otterrebbe?». Antonio Noto, direttore di Noto Sondaggi, sembra invitare il ministro dell'Interno alla cautela. A Salvini non converrebbe capitalizzare il consenso incassato alle Europee? «Sì e no. Soprattutto per un motivo: in caso di rottura della maggioranza, siamo sicuri che si voterebbe? Non c' è il rischio, dal punto di vista di Salvini, della nascita di un governo di transizione? Salvini può anche voler votare domani, ma non decide lui». Prima ha affermato che il consenso del Carroccio non conosce flessioni: cosa potrebbe ostacolare un' ulteriore avanzata? «L' elettorato ha un' attrazione emotiva verso Salvini. Al momento non vedo punti di debolezza». Leggi anche: "Attenti alla nostra ira". La minaccia della Maglie: "Se ci impedite di votare..." Neanche il Russiagate? «Dipenderà dallo sviluppo dell' inchiesta. Se non esce altro, il leader del Carroccio ha una prateria davanti a sé. Non dimentichiamo che Silvio Berlusconi è andato avanti vent' anni con le inchiesta giudiziarie tra i piedi. L' elettore ormai ragiona da tifoso: a meno che non escano cose eclatanti, l' indagine è destinata a influire poco sui numeri del Carroccio». Perché il Movimento 5 Stelle continua ad arrancare nei sondaggi? «Il ciclo di vita di un movimento politico è simile a quello di un prodotto commerciale: quando perde la reputazione, fa fatica a riprenderla. M5S ha raggiunto il picco del consenso alle Politiche del 2018, Salvini quella soglia non l' ha ancora raggiunta. Quando si arriva in vetta, le possibilità sono due: o si resta lassù, o inizia la discesa». I pentastellati hanno iniziato a scivolare... «Proprio così. La stessa cosa è accaduta a Matteo Renzi, che è passato dal 40 al 18%. Idem Forza Italia». Fermare la caduta è possibile? «In tutte le teorie di marketing è previsto il raggiungimento del picco e poi il calo. Per invertire la rotta è necessario quello che in gergo chiamiamo "riposizionamento": ovvero cambiare progetto politico, leader, immagine. Tutto». Nei giorni scorsi è tornata la circolare la voce di un cambio di maggioranza, con il Pd al posto della Lega. Una simile soluzione come sarebbe accolta dagli elettori? «Il ribaltone non ha mai riscosso successo. Gli autori del cambio di maggioranza alle elezioni successive sono sempre usciti perdenti». Quindi per Salvini comunque vada sarà un successo? «Anche in questo caso, la cautela è d' obbligo». Per quale motivo? «Se il nuovo governo durasse poco, Salvini avrebbe buon gioco nel recitare la parte del martire. Ma se l' esecutivo arrivasse fino alla fine della legislatura, il quadro cambierebbe. Tra tre anni, cambierebbe il mondo. E gli elettori neanche ricorderebbero quello che è accaduto oggi. Dipenderà tutto dai tempi». di Tommaso Montesano

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