Giorgia Meloni svela il patto Pd-M5s: "Promessa all'Europa, porteranno Prodi al Quirinale"
L'inciucio è servito, certificato anche dalla fantomatica piattaforma Rousseau. E Luigi Di Maio, tra le prime parole dopo il via libera al governo giallorosso, ha assicurato che arriverà a fine legislatura. Staremo a vedere. Per certo, e su questo punta i riflettori Giorgia Meloni in un'intervista a La Stampa, una buona ragione per tenere duro, M5s e Pd, ce l'hanno: arrivare all'elezione del presidente della Repubblica, il successore di Sergio Mattarella, che verrà scelto dal Parlamento nel 2022. Obiettivo, un inquilino del Colle a sinistra. Quel presidente che una maggioranza a trazione sovranista - che probabilmente sarebbe uscita dalle urne - per certo non avrebbe mai indicato. "Pensano all'infornata di nomine pubbliche che nel 2020 andranno a scadenza e a eleggere Romano Prodi alla presidenza della Repubblica, espressione delle consorterie europee che ha già svenduto gli interessi italiani", spiega la Meloni, tratteggiando uno scenario inquietante. Certo, l'obiettivo non sarà semplice, tanto che la leader di Fratelli d'Italia si dice convinta che "questo governo non avrà vita lunghissima". Ne è proprio sicura? "Lo spero e ci credo. È vero che la qualità della colla per rimanere attaccati alle poltrone è buona, ma siamo di fronte a due partiti e due classi dirigenti che si detestano. Stanno insieme solo con il dichiarato intento di impedire agli italiani di votare liberamente, di avere un governo stabile e omogeneo. Le loro parole tradiscono un disprezzo per la democrazia e al posto di chiamare alle urne gli elettori veri usano la farsa della piattaforma Rousseau", risponde. Leggi anche: Quella telefonata di Angela Merkel al Pd Eppure, sempre secondo la Meloni, la possibilità che la maggioranza regga fino al 2022 per portare a termine la missione quirinalizia è assai più che concreta: "La brama di potere e la miseria umana può fare miracoli, ma aspettiamo di vederli all' opera con i loro personalismi esasperati. Nasce un governo che garantisce i burattinai e i manovratori della speculazione. Al presidente Mattarella ho detto chiaramente che il presidente della Repubblica non è un notaio. Se nasce una maggioranza distante dalla volontà popolare, può comunque sciogliere il Parlamento", conclude la Meloni.