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Sergio Mattarella, retroscena esplosivo: "Caos ministri, il momento in cui stava per saltare il governo"

Giulio Bucchi
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Non sarà il protettore di questo governo, Sergio Mattarella. Anzi, c'è stato un momento mercoledì all'ora di pranzo in cui addirittura dal Quirinale sono arrivate minacce a M5s e Pd, ancora nella palude del toto-ministri. I veti incrociati e l'ombra del "mercato delle poltrone" più volte evocato da Matteo Salvini hanno fatto infuriare il presidente della Repubblica, che secondo un retroscena di Marzio Breda sul Corriere della Sera avrebbe mandato un messaggio ai partiti della neonata maggioranza "esprimendosi più o meno così: non potete più tirarla per le lunghe sappiate che oltre questa giornata non si va. Da oggi finisce la mia tutela".  Leggi anche: "Ora la parola passa al Parlamento". Mattarella gelido col nuovo governo Mattarella, dunque, non è il capo occulto del Conte-bis, semmai il semplice notaio, che ha preso atto dei nuovi equilibri e della volontà del Parlamento. Distacco istituzionale anche sui due ministri considerati da molti commentatori i più "mattarelliani" della squadra giallorossa, la tecnica Luciana Lamorgese al Viminale e il dem Roberto Gualtieri all'Economia all'Economia. E forse, spiega Breda, l'unico vero "uomo del Presidente" in questo governo alla fine è proprio il premier. 

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