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Governo Pd-M5s, niente poltrone ai senatori: la paura è quella di andare a casa subito

Davide Locano
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Lunedì mattina, il voto di fiducia al governo Conte-bis di Pd e M5s. Fiducia che dovrebbe essere accordata senza troppi problemi a Giuseppe Conte, almeno al primo voto, anche se i numeri sono assai risicati e tali resteranno. E non a caso, come sottolinea Il Tempo, il numero di senatori grillini o democrat a cui verranno assegnati ruoli - dopo quelli di ministro, i viceministri e i sottosegretari - saranno pochissimi. Per esempio, vengono date in calo le quotazioni di Simona Malpezzi all'Istruzione e Franco Mirabelli alla Giustizia. Leggi anche: Gianluigi Paragone, manovre contro la fiducia al Conte-bis In tutto ci sono ancora 40-45 caselle che devono essere riempite, che si andranno ad aggiungere ai 21 ministri del Conte-bis. E per quelle 40-45 caselle verranno scelti quasi esclusivamente deputati o figure esterne. La ragione? Presto detta: il margine a Palazzo Madama dell'esecutivo-inciucio è ridottissimo. Così, per ridurre al minimo il comunque elevato rischio di finire sotto in aula al voto, Pd e M5s escludono dalla lista dei "poltronabili" i senatori. Già, viceministri e sottosegretari sono spesso costretti a disertare l'aula per missioni o impegni di vario tipo. Un rischio che l'inciucio non vuole correre. Un rischio che, in definitiva e in controluce, altro non fa che confermare la debolezza di questo esecutivo.

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