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Pierluigi Bersani e Massimo D'Alema: "Il Pd ha fallito". Rivogliono la "gioiosa macchina da guerra"

Caterina Spinelli
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Massimo D'Alema e Pier Luigi Bersani si riciclano. I due ora sognano di replicare la "gioiosa macchina da guerra" (Pds). La stessa che doveva unire tutti i "progressisti" e battere Silvio Berlusconi nel 1994. All'epoca dei fatti il risultato fu più che deludente tanto da portare Achille Occhetto, colui che la guidava, a definirla "un'armata Brancaleone". E così l'ex premier e il presidente di Articolo Uno, reduci del Pci-Pds-Ds-Pd e finiti nel partitino di Leu, sognano di vararne un'altra. Una nuova "gioiosa macchina" molto trinariciuta e molto massimalista - come spiega Il Giornale - che integri nelle file della sinistra anche i Cinque Stelle, per contrapporsi alla destra. Leggi anche: D'Alema e Casaleggio, il retroscena che spiega come è nato il governo giallorosso "Il Pd è fallito", sanciscono entrambi. "Si è concesso troppo, per un verso e per l'altro, a umori di destra - dice Bersani - Serve un programma univoco che possa unire questi due popoli". Dello stesso parere anche D'Alema per cui con il partito della Casaleggio serve "una prospettiva di collaborazione di medio-lungo periodo", per creare un "nuovo" bipolarismo, "da una parte sinistra-M5S, dall'altra la destra di Salvini". "L'idea del grande partito contenitore all'americana qui non funziona" ribadisce l'ex capo della Ds. Il centrosinistra, assicura sarebbe stato "molto più forte di fronte all'onda d'urto della destra" se invece di dar retta a Prodi e Veltroni "avessimo ancora due partiti forti, uno di matrice socialista e uno di ispirazione cristiana". A conti fatti: Pci e Dc.

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