M5s, la battaglia contro il contante? "Casaleggio finanziata dai colossi del pagamento digitale"
Sospetti sulla Casaleggio Associati, la fondazione che fa riferimento a Davide Casaleggio e che gestisce il M5s. Secondo quanto riportato Il Giornale, dietro al sostegno dei grillini ai pagamenti tramite carte di credito anziché denaro contante (con tanto di commissione del 2% per chi si ostina a prelevare al bancomat) potrebbero giocare un ruolo i finanziamenti che avrebbe ricevuto la società di Casaleggio da due colossi del pagamento digitale: Nexi e Poste Italiane. Secondo il quotidiano milanese, uno dei casi in questione risale ad aprile 2018, quando Casaleggio presenziò alla presentazione del tredicesimo studio sull'e-commerce a Milano, un evento finanziato dall'azienda di pay tech Nexi, la quale si occupa di offrire infrastrutture di pagamento digitale (i giornalisti del Fatto Quotidiano Carlo Tecce e Stefano Feltri collegarono l'evento con i liberi contributi che la Casaleggio Associati avrebbe incassato). La donazione in quell'occasione fu di 7.500 euro (la quota stabilita era intorno ai 10 mila), con tanto di logo di Nexi sul rapporto presentato da Casaleggio, anche se nessuno dei rappresentanti dell'azienda intervenne sul palco durante l'evento. Leggi anche: Paolo Becchi contro Davide Casaleggio all'Onu, i gravi sospetti: "Ma abbiamo ancora un governo?" A dare man forte a Casaleggio nella sponsorizzazione dei pagamenti in digitale ci sarebbe anche Poste Italiane, le quali hanno finanziato altri eventi organizzati dal socio fondatore del M5s sulla blockchain (una struttura dati crittografata atta a rendere più sicure e trasparenti le transazioni), come confermato anche dallo stesso Casaleggio in alcune interviste. Anzi, Nicola Biondo e Marco Canestrari, rispettivamente ex capo della comunicazione del M5s ed ex dipendente della Casaleggio Associati, nel loro libro Il Sistema Casaleggio, avrebbero definito Poste Italiane uno "sponsor affezionato". Nel 2018, alcuni quotidiani come La Stampa avanzarono perplessità sulla cosa, tanto da paventare un'ipotesi di conflitto d'interesse, con in ballo 45 milioni di finanziamenti del ministero dello Sviluppo Economico e del Lavoro (all'epoca guidato da Luigi Di Maio) in tre anni per interventi e applicazione di intelligenza artificiale e blockchain. Casaleggio aveva negato con forza l'utilizzo di quei 45 milioni, nel frattempo, però, si resta vigili in attesa di ulteriori sviluppi della vicenda.