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Vittorio Feltri, gli auguri a Silvio Berlusconi: "Quanti errori, ma sei un grande"

Maria Pezzi
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 Silvio Berlusconi compie oggi 83 anni, tanti eppure non sufficienti a immobilizzarlo sulla poltrona. È ancora talmente vivo che la magistratura, composta da gente perbene che spesso agisce male per divertirsi, ancora non ha smesso di accusarlo di tutto e di più, persino di aver tentato di uccidere la sua gallina dalle uova d' oro, Maurizio Costanzo. Le toghe non si accaniscono su di lui per cattiveria, bensì per sfizio. Di questo tema hanno scritto tutti i quotidiani, per cui ci asteniamo dalle chiose. Piuttosto commemoriamo il Cavaliere senza cavallo per informarlo che, nonostante le nefandezze che gli hanno attribuito, noi gli siamo grati per ciò che ha realizzato. In primis, per aver sconfitto nel 1994 i comunisti e la loro gioiosa macchina da guerra, anzi del cazzo, la quale ora arranca a braccetto dei cinquestelle offuscati dalla loro pochezza culturale e intellettuale. Silvio ovviamente ha commesso parecchi errori, ma chi se ne frega?! Gli sono comunque riconoscente per avermi assunto al Giornale al fine di sostituire il mostro sacro, Indro Montanelli, consentendomi di attuare un miracolo con l' assistenza di Sanculo, ovvero di raddoppiare le vendite dello storico foglio. Ciò mi ha garantito stipendi favolosi che mi hanno affrancato definitivamente dalla miseria. Sono trascorsi una ventina di anni da quell' epoca gloriosa e sono tuttora memore della sua generosità. Ciò mi impedisce di criticare Berlusconi, benché ne abbia una voglia matta. Sì perché l' uomo di puttanate ne ha inanellate una serie impressionante, tra cui quella di essersi contornato di imbecilli coi fiocchi che hanno distrutto Forza Italia, come si evince dai sondaggi più attuali. Non faccio nomi perché allo scopo di trascriverli tutti dovrei occupare la totalità delle pagine di Libero. Al di là di questi dettagli, mi preme ricordare che Berlusconi è stato ed è un fenomeno inimitabile. Ha creato un impero vastissimo e ricco ed è per codesta ragione, probabilmente, che lo hanno combattuto con ogni mezzo, specialmente vile. Per approfondire leggi anche: Maurizio Costanzo, quel ricordo di Berlusconi Gli hanno affibbiato l' etichetta del delinquente senza avere in mano lo straccio di una prova e neppure di un indizio. Lo hanno condannato quale capo di Mediaset quando invece non era più in azienda ma a Palazzo Chigi. Lo hanno tacciato di essere mafioso, lui milanese, che non mai visto neanche una puntata della «Piovra» poiché gli faceva schifo. Silvio è abile, non mascalzone. Quando chiacchieravo con lui di questioni finanziarie legate al Giornale non mi lasciava finire di pronunciare tre parole che già aveva compreso la faccenda e mi interrompeva. Così: «Feltri, lo so». Come facesse ad averlo capito è un mistero. Naturalmente era troppo intelligente perfino per me che mi do arie di essere dritto. Oggi gli auguro buon compleanno e ribadisco di essergli obbligato a livello personale e pure come italiano. Grande Silvio, ti abbraccio. E se penso alla tua passione per la figa mi viene da ridere. Essa piace anche a me ma non ne ricordo il motivo. riproduzione riservata.  di Vittorio Feltri

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