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Matteo Renzi, Pietro Senaldi: il piano è fare incetta di grillini per arrivare al 10%

Davide Locano
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Incredibile, le sconfitte possono cambiare anche un tipo come Renzi. Ma solo nella forma, perché la sostanza dell' uomo resta la medesima. L' ex premier si è trasformato da rottamatore in cannibale. Nella sua prima fase ha preso un partito, il Pd, e cercato di mandare via chiunque ci fosse prima di lui o non gli si inchinasse prontamente davanti con un' inclinazione dai 90° a salire. Fallita l' operazione, si è fatto il suo partito e ora cerca di mangiarsi tutti, ex compagni e alleati passati e presenti. Sono illuminanti a riguardo tre passaggi dell' intervista rilasciata ieri dal leader di Italia Vera al direttore del Foglio, Claudio Cerasa. Su M5S, Matteo ha dichiarato che ci si è alleato oggi e non un anno e mezzo fa perché «ora è cambiato tutto, il Movimento è più debole elettoralmente e meno centrale sotto l' aspetto del dibattito politico». Traduzione: al governo comando io, tratterò i grillini come li ha trattati Salvini, se non peggio. Quanto al Pd, l' ex segretario l' ha accusato di «vivere di correnti e fuoco amico, essere privo di entusiasmo» e di «aver rinnegato la spinta riformista» del suo governo. Traduzione: questi ex compagni sono tristi e non cambiano mai, quindi contano poco e conteranno sempre meno. Sul futuro di Italia Viva, il segretario fondatore ha ammesso di puntare al 10%. Traduzione: mi mangio un pezzo di M5S, uno del Pd, forse uno anche di Forza Italia, e mi bevo a colazione Calenda e Pizzarotti. Leggi anche: Senaldi ad Agorà: "Qual è il vero obiettivo di Pd e M5s" TUTTO IL PIATTO Insomma, Matteo punta a prendere tutto il piatto, e riconosce come unico avversario l' altro Matteo, Salvini. Come dargli torto? A sinistra della Lega c' è una galassia di leader in cerca di elettori e di partiti senza un capo che è peggio del vuoto, è un caos senz' anima; ovvio che l' unico che abbia una personalità politica forte ambisca a fare man bassa, indifferente al fatto che tutte le rilevazioni presso gli elettori su popolarità e affidabilità lo diano all' ultimo posto. L' impresa non è facile ma, finché non si vota, Renzi è fortissimo e ha la capacità attrattiva di un magnete. Il Palazzo è cosa sua, è il leader italiano più attaccato e che meglio sa gestire il potere. Lo fa con una passione così genuina e intensa che perfino i distratti italiani se ne sono accorti, e gliel' hanno tolto. Il primo pollo da spennare sono i grillini. Salvini li ha dimezzati, ora il Matteo finto di sinistra punta a prendersene l' altra metà. La strategia è sempre la stessa, puntare sull' anello debole, Di Maio. Il leader della Lega lo sosteneva e intanto gli imponeva l' agenda politica e gli fregava i voti. Il leader di Italia Vera ha lo stesso schema: ha capito che Gigino è in difficoltà e gli tende la mano; in cambio il poveretto ripete il giorno dopo ciò che il fiorentino ha detto 24 ore prima. Matteo lo usa per fiaccare il Pd, instaurando un asse che gli permette di fare ciò che vuole. Intanto il grillino perde sempre più presa dentro Cinquestelle, destinati a dividersi. POVERO ZINGARETTI Il secondo sono i dem. Renzi tratta Zingaretti come un punching-ball, non come un alleato e un ex compagno di partito. In generale lo ignora, e quando gli viene in mente, gli rifila una sberla. Gli attacchi dell' ex premier al suo vecchio partito sono cattivi fino all' ingenerosità. Matteo spara sulla Croce Rossa. Rinfaccia ai dem di essere dilaniati dalle correnti, quando Zingaretti gli si è accodato come un cagnolino nella decisione di varare il governo giallorosso, che il segretario del Pd non voleva e aveva giurato che non avrebbe mai sostenuto. Con la scissione, il fiorentino ha preso due piccioni con una fava: è diventato allo stesso tempo il leader di Italia Vera e il capo e portavoce del Pd. Colpa della classe dirigente dem, incapace di muovergli la minima eccezione, evidentemente perché è in soggezione e lo ritiene superiore. Quanto all' unico politico che Renzi ritiene del suo calibro e che vuole sfidare in un duello all' ultimo sangue, «l' avversario» Salvini, il leader della Lega deve stare attento a non cadere nel nuovo trappolone che il suo omonimo gli sta preparando: schiacciarlo a destra, sostenendo che la Lega rappresenta solo gli estremisti mentre Italia Vera è il partito degli illuminati e dei moderati. Ma quali moderati? Con comunisti, cinquestelle e le tristi e nostalgiche truppe di Zingaretti ci governa il Matteo fiorentino, non quello leghista. di Pietro Senaldi

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