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Matteo Salvini, attacco a Silvio Berlusconi: "Basta con le ricette del 1994, siamo nel 2020"

Caterina Spinelli
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Silvio Berlusconi ha aderito - con qualche malumore - alla manifestazione del 19 ottobre a Roma, quella promossa dalla Lega contro il governo. L'esempio di un centrodestra unito o quasi, che lo stesso Matteo Salvini però mette in discussione: "Più gente c'è meglio è. Io non sono mica per escludere qualcuno. Sono uno inclusivo - spiega ad Annalisa Chirico in una lunga intervista al Foglio -.Però si guarda avanti. In Umbria, è vero, c'è il cosiddetto centrodestra, però c'è pure la lista civica degli amministratori, c'è una lista civica del presidente, ci sono gli imprenditori. Non si possono proporre le ricette del '94 agli italiani del 2020. Bisogna guardare avanti con immaginazione e fantasia. Bisogna pensare a candidature nuove". Il leader della Lega non si smentisce, la sua posizione nei confronti di Forza Italia (che prima di finire all'opposizione teneva alla larga) non cambia in modo radicale. Ad affievolirsi, però, l'idea della cosiddetta Italexit: "La Lega nel Ppe? Né io né Giorgetti né altri esponenti della Lega ci sogneremmo mai di entrare nell'attuale Ppe a trazione Merkel. Però - e qui sembra fare marcia indietro, almeno in parte -. La Lega non ha in testa l'uscita dell'Italia dall'euro o dall'Unione europea. Lo dico ancora meglio, così i giornalisti smetteranno di alimentare fantasie strane: l'euro è irreversibile. Ciò non significa che io abbia cambiato idea su com'è nata la moneta unica: è nata male, per interesse di pochi e a vantaggio di molti". Leggi anche: Paolo Becchi contro Matteo Salvini: "Sull'euro ha posizioni come quelle di Draghi" Poi l'ex ministro torna a parlare dei suoi "nemici italiani", in particolare quel politico con il quale condivide lo stesso nome: "Da Renzi mi aspetto di tutto, è uno di quelli che tifa Fiorentina ma per convenienza sarebbe disposto a tifare Juve per poi passare al Napoli, al Milan, all'Inter". E ancora: "Io a Palazzo Chigi ci arriverò dalla porta principale. Renzi invece ha paura delle urne perché il suo partito è dato fra il tre e il cinque per cento. Una cosa gliela invidio: lui ha la capacità, di cui io sono sprovvisto, di cambiare idea ogni quarto d'ora". Tutte queste osservazioni Salvini gliele potrà rivolgere in un faccia a faccia in diretta tv, da Bruno Vespa a Porta a Porta: "Io sono uno sempre aperto al confronto. Certo, preferirei confrontarmi con Di Maio o con la Fornero che inseguo da anni per un dialogo civile, pacato e democratico. Dovrò accontentarmi di Renzi, che ormai parla a nome del Pd. A proposito - conclude -, qualcuno ha notizie di Zingaretti? Da settimane non si hanno notizie di lui". 

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