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Regionali Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini contro Matteo Salvini: "Lui sostituiste e copre la Borgonzoni"

Caterina Spinelli
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Il voto in Emilia-Romagna è fatidico per questo governo. Se anche la roccaforte scarlatta si ribella ed elegge il centrodestra per l'alleanza Pd e Cinque Stelle è la fine. Cerca di minimizzare Stefano Bonaccini, il governatore dem uscente della Regione, che fa eco a Giuseppe Conte: "Gli emiliano-romagnoli saranno chiamati a scegliere il presidente della loro regione e le proposte migliori per il territorio, non per il governo nazionale. Le elezioni sono su questo, non su altro" spiega in una lunga intervista al Corriere della Sera. Eppure la smentita arriva subito dopo, quando lo stesso Bonaccini parla degli alleati. Luigi Di Maio infatti non è del tutto convinto di correre con il Pd. Dopo la sconfitta in Umbria, chi lo sarebbe? Leggi anche: Salvini e Borgonzoni fanno festa: "Effetto devastante". Pd travolto dalla manovra "Se i 5 Stelle decidono di non provare nemmeno a confrontarsi, perdono un'occasione. I 5 Stelle possono essere protagonisti, portando un contributo di idee importante, o rimanere marginali, schiacciati nella polarizzazione fra i due schieramenti maggiori. Non ci sono alternative. Devono fare una scelta". Insomma, tra le righe il dem fa intendere che le Regionali non sono da prendere poi così sottogamba. Nonostante questo Bonaccini non teme la sconfitta e a chi gli chiede se sente la mancanza a suo fianco di una figura "pesante", risponde: "Con tutto il rispetto, Matteo Salvini non è al fianco della mia avversaria Lucia Borgonzoni, ma la sostituisce e la copre per trasformare il voto in qualcosa d'altro. Solo che il 27 gennaio Salvini tornerà comprensibilmente a Roma e a governare la Regione resteremo io o Borgonzoni. La sfida sarà tra me e lei. Punto. Il resto è solo propaganda". 

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