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Lorenzo Fioramonti contro Pd e Cinque Stelle: "Non sono stato coinvolto nel dibattito sulla manovra"

Caterina Spinelli
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«Non sono stato coinvolto. Non è normale». Lorenzo Fioramonti, il ministro grillino dell' Istruzione e della Ricerca, punta i pugni sul tavolo perché, dice, «nessuno mi ha detto niente». In pratica, il primo caso di ministro all' insaputa del suo governo, tanto più all' interno della compagine pentastellata dove dovrebbe regnare la trasparenza, la democrazia e dove all' inizio, addirittura, le assemblee venivano fatte in streaming. Evidentemente quel tempo è passato, se il Cinquestelle ha dovuto fare una nota su Facebook in cui esprime tutto il suo disappunto per non essere stato consultato sulla manovra, specie nella parte che riguarda il suo dicastero. «Forse è normale che una Legge di Bilancio evolva continuamente», ha scritto piccato, «ciò che è meno normale, però, è che un ministro dell' Istruzione, dell' Università e della Ricerca venga a scoprire dalla rete dell' esistenza di norme sul suo settore, senza che sia stato neppure coinvolto. Io credo molto nel gioco di squadra. Ma ciò prevede la condivisione dei processi e delle norme. Leggi anche: Fioramonti, il ministro M5s riscrive la storia per indottrinare più giovani Faremo gioco di squadra col Parlamento per cambiare tali norme». In particolare sono due gli articoli «problematici», spiega. «Il primo è il 28 relativo all' Agenzia Nazionale della Ricerca. La versione iniziale di questo articolo era stata sviluppata escludendo il Miur da qualunque ruolo. Siamo riusciti a farlo rientrare, ma rimane una problematica di fondo: il funzionamento e la governance di tale agenzia può essere deciso solo dopo un confronto con la comunità di ricerca ed una ricognizione delle migliori pratiche internazionali. Non può essere approntato da un paio di burocrati in un fine settimana». Il secondo articolo è il 29, che, secondo Fioramonti, «va completamente rielaborato per evitare che gli enti pubblici di ricerca ed i ricercatori vedano sbarrate le loro prospettive future». Infine, ci sono passaggi sulla pubblica amministrazione, con riferimento ad università e ricerca, che destano perplessità. Insomma, il ministro è deluso. Ha dovuto sapere da altri l' esistenza di norme sul suo ambito di competenza. Una grana in più per il capo M5S, Gigino Di Maio. di Brunella Bolloli

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