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Giuseppe Conte, il fantasma di Gargonza: perché il conclave potrebbe far cadere il governo

Marco Rossi
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Giuseppe Conte non ha ancora segnato in agenda la data dell'annunciato "conclave" governativo. E si chiede se non sia il caso di derubricarlo a vertice informale di un giorno, o ancora, giacché la prudenza non è mai troppa, a una cenetta "in pieno relax", scrive il Corriere della sera in edicola martedì 19 novembre.  Anche perché i precedenti non aiutano di certo a ben sperare: Gargonza, correva l'anno 1997 e l'Ulivo fece il suo primo "conclave" dopo aver vinto le elezioni politiche del 1996. Un anno dopo, il primo governo Prodi non c'era più. Leggi anche: Giuseppe Conte, lo sfogo Romano Prodi però, scrive Monica Guerzoni, cade di nuovo nel trappolone. È il 2006 quando il professore trascina il carrozzone dell'Unione in quel di San Martino in Campo, in Umbria. Ma del grande evento mediatico restano le cravatte e i foulard che Clemente Mastella regalò a tutti i partecipanti e il sentore di un esperimento fallito. Anche il Prodi bis ebbe vita breve, ma il professore fece in tempo a spedire un altro cartellino di invito, questa volta per una due giorni nella Reggia di Caserta: un anno dopo la burrascosa fine del suo secondo governo. Al discepolo Enrico Letta non andò meglio. Dal seminario nell'Abbazia Tdi Spineto  alla staffetta con Matteo Renzi, passano nove mesi soltanto. Un altro precedente su cui Giuseppe Conte dovrebbe fermarsi a riflettere.

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