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Alessandro Di Battista e Luigi Di Maio, intesa ritrovata: non solo crisi di governo, voci sul piano M5s

Marco Rossi
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Luigi Di Maio è in prima linea nel criticare il governo di Giuseppe Conte sul fondo salva-Stati. E per chi tiene alla vita dell'esecutivo è la conferma di un sospetto: che Di Maio, incapace di convivere con il Pd, ammaliato dalle sirene sovraniste che sente forti nel Paese, non aspetti altro che la caduta dell'esecutivo, scrive Repubblica in edicola mercoledì 20 novembre. E forte del nuovo asse ritrovato con Alessandro Di Battista si lancerebbe nell'ennesima campagna elettorale anti-sistema. Leggi anche: Di Battista, le due assenze al funerale della madre Con una ipotesi sul suo futuro, scrive Annalisa Cuzzocrea, che lo vedrebbe ancora in sella al Movimento nonostante i due mandati elettorali nel suo curriculum. Il suo ruolo di capo politico, infatti, non scade con la fine del mandato, come accadrebbe invece per altri big M5s: il presidente della Camera Roberto Fico, i ministri Alfonso Bonafede e Riccardo Fraccaro, i senatori Nicola Morra e Paola Taverna, che per le regole interne - che a questo punto il ministro degli Esteri non ha intenzione di cambiare - non potrebbero presentarsi per la terza volta. Di Maio potrebbe invece correre da candidato premier e aspirare a posti di governo con qualsiasi maggioranza, se il suo piano su un M5S "ago della bilancia" funzionasse. Con Di Battista che tornerebbe in Parlamento, dopo aver saltato un giro. E questa volta appoggiandolo.

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