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Matteo Renzi, retroscena sulla corsa contro il tempo: "Perché deve far cadere il governo entro il 12 gennaio"

Giulio Bucchi
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La corsa contro il tempo di Matteo Renzi per far cadere il governo. Il leader di Italia Viva ha i giorni contati. La crisi potrebbe non arrivare per Mes o manovra, fin qui in copertina ogni giorno per le risse nella maggioranza, ma per la riforma grillina "congelata", il taglio dei parlamentari. Già approvata da Camera e Senato con voto plebiscitario, la legge entrerebbe in vigore il prossimo 12 gennaio.  Leggi anche: "Incidente sempre possibile", la spifferata dal Pd sul vertice Conte-Di Maio in hotel Secondo il Tempo, Renzi sarebbe preoccupato per gli effetti sul suo partito personale, dato dai sondaggi tra il 4,5 e il 5%. Senza la legge sul taglio dei parlamentari (oggi, 945), Italia Viva "potrebbe contare su truppe più consistenti". Ecco dunque, una possibile spiegazione sulle tensioni "strumentali" provocate da Renzi e dai suoi fedelissimi quotidianamente, con ora il premier Giuseppe Conte ora Pd e M5s nel mirino. Un po' strategia per acquisire visibilità mediatica, un po' per arrivare al bersaglio grosso senza dare troppo nell'occhio: far cadere il governo su questioni serie per coprire una paura molto più prosaica.  Una ciambella di salvataggio potrebbe arrivare a Renzi da un'intesa bipartisan: la raccolta-firme tra i parlamentari per indire un referendum confermativo. Ci stanno lavorando Andrea Cangini e Nazario Pagano (Forza Italia) e Tommaso Nannicini (Pd) e finora hanno raccolto 52 adesioni tra i senatori. Ne mancano ancora 13 per raggiungere la quota necessaria di 65, un quinto dei componenti l'Assemblea. Con un referendum, la riforma verrebbe rinviata e ci sarebbe un altro po' di tempo per trovare un buon "incidente" per far cadere il governo senza ripercussioni sulle prossime liste elettorali. O viceversa, sospettano i più maliziosi, per blindare la legislatura. 

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