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Emilia Romagna, Andrea Orlando del Pd: "Cambiano equilibri nel governo, il M5s rinunci alla Giustizia"

Davide Locano
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Ci mettono soltanto poche ore, quelli del Pd, a chiedere più potere. Magari qualche ministero in più, un rimpasto. Tutto come da copione, quel copione scritto domenica sera, quando iniziava a delinearsi la vittoria in Emilia Romagna di Stefano Bonaccini e, soprattutto, la letterale sparizione del M5s in Calabria e soprattutto nella roccaforte rossa. Cifre da prefisso telefonico, ben al di sotto di qualsiasi sciaguratissima previsione. Insomma, se il governo è salvo - questo l'assunto al Nazareno -, è salvo per merito del Pd, che ha respinto la spallata di Salvini-Borgonzoni. Leggi anche: Myrta Merlino, l'analisi del voto in Emilia Romagna che fa male a Salvini E come detto, a tempo record, fioccano le richieste, per ora ancora non esplicite. A parlare è Andrea Orlando, vicesegretario democratico, interpellato a Circo Massimo su Radio Capital: "È giusto che oggi si usi questo risultato per modificare l'asse politico del governo su molte questioni - premette sganciando subito la bomba -. Ad esempio il M5S, dopo questa severa sconfitta, dovrebbe rinunciare a un armamentario che non paga elettoralmente e che rende difficile l'attività di governo. Ad esempio, sulla questione della giustizia dovrebbe esserci una disponibilità al confronto superiore a quella che c'è stata finora". Insomma, Orlando mette subito sul piatto la riforma della giustizia ultra-manettara di Alfonso Bonafede e compagnia. Un testo al quale, eccezion fatta per il M5s, sono tutti contrari. Ma le parole vanno molto più in là, lasciano intendere quanto il Pd sia determinato a ottenere poltrone e potere. Parole che non possono che spaventare Giuseppe Conte, il premier al quale, paradossalmente, la vittoria di Bonaccini contestuale al disastro pentastellato potrebbero portare gravi grattacapi. Magari non subito, come in caso di sconfitta della sinistra, ma una crisi di governo, all'orizzonte, potrebbe presto palesarsi. Non a caso, in mattinata, Matteo Salvini ha subito inquadrato la questione: "Non la vedo felice né per Pd né per 5Stelle perché il centrodestra ha preso il 55% in Calabria e il 45 in Emilia-Romagna. Al governo ora ci sono due forze politiche di cui una in enorme difficoltà, ma non sta a me commentare", a concluso sornione.

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