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Paolo Becchi: un governo istituzionale per far fuori Giuseppe Conte, la dritta a Matteo Renzi

Davide Locano
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Il fatto che Renzi faccia cadere Conte per tornare a votare è da escludere. Il senatore di Firenze non ha alcun interesse ad aprire una crisi di governo per andare al voto subito, tra l' altro con un Parlamento quasi dimezzato dal referendum di marzo. Col Rosatellum, e parlamento quasi dimezzato, ItaliaViva non toccherebbe palla. Per questo Renzi ha bisogno di tempo per recuperare consenso e giocarsela. Può portare a casa il Germanicum e tentare, dopo il voto, persino di fare da ago della bilancia. Leggi anche: "Si sfiora il ridicolo": Becchi a valanga sul caso Gregoretti Col proporzionale tutto è possibile. Renzi però sa anche che, tenendo in piedi questa maggioranza, finirebbe per logorare non il governo, ma se stesso. Il suo progetto politico non cresce facendo parte di questa maggioranza, perché Renzi e Conte sono politicamente incompatibili. C' è bisogno di un centro, non di due. O scompare Conte o scompare Renzi: per questo sta cercando di far cadere Conte sostituendolo con qualcun altro. A quel punto sarà difficile per il M5S accettare un presidente del Consiglio espressione di Renzi, e magari proveniente dal Pd. Un governo di questo tipo, la stessa maggioranza senza Conte, ci pare dunque una ipotesi non praticabile. L' altra soluzione, peraltro già avanzata da qualcuno, sarebbe un' alleanza tra ItaliaViva e tutto il centrodestra, ma sia alla Camera che al Senato non ci sono i numeri. Mancano 30 voti a Montecitorio e cinque a Palazzo Madama. Occorrerebbe qualcuno del gruppo misto e una pattuglia di grillini. Ipotesi che alla Camera è difficile da realizzarsi. E poi converrebbe a Salvini? Rischierebbe, a nostro avviso, di bruciarsi. IL CASO DI CIAMPI Esiste una terza via di cui nessuno parla, quella del governo istituzionale. A differenza del governo tecnico, composto da soli ministri estranei ai partiti (vedesi l' esecutivo Monti), il governo istituzionale è solitamente presieduto da una figura autorevole, coi singoli ministri indicati da gran parte dei gruppi parlamentari, con tutti dentro (o con quelli che ci stanno). L' esempio più significativo nell' esperienza parlamentare è il governo Ciampi (aprile 1993 - gennaio 1994), presieduto dall' ex governatore di Bankitalia e composto da quasi tutti i partiti, compreso l' ex Pci, da soli due anni divenuto Pds. Un governo che in nove mesi portò il Paese alle urne traghettandolo dalla Prima alla Seconda Repubblica. Renzi ha bisogno di tempo per costruire il suo progetto politico, ma deve sbarazzarsi al più presto di Conte, suo unico competitor per il "nuovo centro". E allora la soluzione più praticabile sarebbe proprio quella del governo istituzionale con chi ci sta. A quel punto è probabile che il M5s si sfili (dall' opposizione recupererebbe consensi), col Pd pronto a sedersi al tavolo con centrodestra e Iv. Un governo di scopo che faccia la legge elettorale e approvi i nuovi regolamenti parlamentari a seguito della riforma costituzionale sul taglio dei parlamentari. Un percorso che necessita di diversi mesi, diciamo fino a settembre. Si potrebbe dunque tornare realisticamente a votare a settembre o al massimo agli inizi dell' anno prossimo, considerato che a ottobre inizia il percorso della legge di bilancio. LE CARTE DEL PREMIER Forse è questo l' unico modo che Renzi ha per far fuori Conte. Tirare a campare altre 2-3 anni con Conte a Palazzo Chigi significherebbe per il senatore di Rignano sull' Arno perdere consensi al centro a vantaggio di Conte. Dall' altra parte della barricata la soluzione sarebbe vista di buon occhio sia da Salvini che da Berlusconi, che finirebbero in maggioranza per un po' di tempo con la garanzia di tornare alle urne in un tempo ragionevole, mentre Meloni potrebbe essere tentata di restare fuori dal governo per cercare di recuperare qualche voto in più nel bacino elettorale di centrodestra. Il problema è vedere se Conte (da sempre sottovalutato) non sia già riuscito a costruirsi trasversalmente una sua maggioranza significativa. E il Colle? Mattarella ha già fatto sapere per vie traverse che, in caso di crisi di governo, non favorirà la costituzione di altri esecutivi. Ciò blinda Conte a Palazzo Chigi? Sarà, ma è anche vero che se dalle consultazioni risultasse un' ampia maggioranza per un governo istituzionale che ci porti alle urne, Mattarella difficilmente potrebbe opporsi. Giochi politici, ma c' è dell' altro. L' economia è a pezzi e il Paese potrebbe presto finire in recessione, con la produzione industriale in caduta libera. Davvero Renzi vuole assumersi la responsabilità politica di questo disastro? Questo governo lo ha fatto lui ed è ancora in tempo per disfarlo. La soluzione potrebbe essere proprio quella del governo istituzionale, coi singoli ministri espressi dai partiti che ci stanno. Poi tutti al voto. di Paolo Becchi e Giuseppe Palma

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