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Cota, l'accusa: "Anche i boxer a spese della Regioe"

Tra gli atti dell'inchiesta anche lo scontrino di un capo di biancheria intima commprato a Boston

Lucia Esposito
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C'è perfino un paio di boxer (rigorosamente color verde) tra le "spese pazze" del Governatore del Piemonte Roberto Cota. Uno scontrino da quaranta euro per l'acquisto in America del costume da bagno dove lui era andato a seugire un corso intensivo di inglese e adesso finito tra le oltre diciassettemila pagine di atti della Procura di Torino. Il Governatore, durante un suo primo interrogatorio davanti ai pm Enrica Gabetta, Giancarlo Avenati Bassi e Andrea Beconi aveva spiegato di aver frequantato il corso intensivo a Boston "ho pagato tutto io: il viaggio e la permanenza. Pur essendo un'attività necessaria alla mia formazione politica". Ma "a carico" del Governatore ci sarebbero anche scontrini di deodoranti, dentrificio comprati all'aeroporto di Fiumicino e poi messi a rimborso a spese della collettività.  La difesa - Roberto Cota si difende: "Ho visto che in Consiglio Regionale è andata in onda l'ennesima strumentalizzazione messa in campo dal Pd. Ovviamente questo mi dispiace, ma ognuno faccia come vuole. C'è chi lavora per distruggere e invece chi lavora tutti i giorni per costruire, soprattutto nei momenti difficili". E spiega: "Oggi ho incontrato il presidente di Finpiemonte per fare il punto sugli interventi a favore delle imprese della Val di Susa e sulla programmazione dei prossimi fondi comunitari. Ho poi incontrato imprenditori e rappresentanti delle aziende; inoltre abbiamo fatto una riunione della Giunta". E poi a chi chiede le sue dimissioni, risponde: "Assolutamente non mi dimetto. Non ho niente di cui rimproverarmi. Continuo il mio lavoro. Della faccenda dei rimborsi si occuperanno i miei avvocati al tempo debito. Di solito - ha proseguito Cota - quando il fango che viene tirato si secca ricade su chi l'ha tirato".

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