Cerca
Logo
Cerca
+

"Adesso nuova legge e voto", le reazioni dei politici alla sentenza della Consulta

default_image

I rappresentanti del Belpaese mai così concordi. Unica voce fuori dal coro, Capezzone: "Non esiste paese che non abbia proporzionale puro con preferenze"

Roberto Procaccini
  • a
  • a
  • a

Un lungo coro di esultanze (fatta salva qualche eccezione) e molti distinguo sul da farsi e sull'interpretazinone politica da dare alla giornata. La Consulta stronca il porcellum, ecco come  i rappresntanti del Belpaese hanno accolto la notizia. Gli entusiasmi - "La decisione della Corte Costituzionale era ampiamente attesa, anche se è sempre bene aspettare di leggere le motivazioni - afferma Guglielmo Epifani, segretario Pd -. Noi l avevamo detto. Per quello che ci riguarda, ora la si smetta di mettere freni di ogni tipo e nel tempo più rapido possibile si arrivi a una nuova legge elettorale".  "Corte Costituzionale ineccepibile. Finalmente il Porcellum è stato decapitato - scrive su Twitter il senatore del Nuovo Centrodestra, Paolo Naccarato -. La vita della legislatura si allunga". "C'è un giudice a Berlino. Ora che il porcellum è morto, tocca alle Camere seppellirlo", afferma il senatore e segretario del Psi, Riccardo Nencini. Il leader del Nuovo Centrodestra, Angelino Alfano, pone i paletti: "Noi abbiamo due obiettivi fissi: il mantenimento del bipolarismo e la restituzione ai cittadini del diritto di scegliere il proprio deputato e il proprio senatore". I punti interrogativi - "La Consulta cercherà sicuramente una via per giustificare la legittimità di ciò che esiste - osserva Guido Crosetto di Fratelli d'Italia -, ma se fosse rispettata la prassi delle discussioni della Corte, oggi il Presidente della Repubblica Napolitano dovrebbe convocare tutte le forze politiche - aggiunge -, chiedere l'approvazione urgente di una legge elettorale e sciogliere le   Camere". "Ma è possibile immaginare che si faccia una legge elettorale sulla base di maggioranze variabili - chiede Gaetano Quagliariello -, una alla Camera e una al Senato?". Domanda retorica, a cui lo stesso ministro prova a dare una risposta: "L'unica soluzione possibile, casomai, sarebbe provare a riformare - dice - la legge elettorale sulla base di un'intesa nell'ambito della maggioranza che sostiene il governo". Le invettive - "Dinanzi a una sentenza tutta politica della Corte costituzionale, faccio osservare che non c'è un solo Paese maggiore dell'Occidente avanzato che elegga il suo Parlamento con proporzionale puro più preferenze", fa osservare Daniele Capezzone, presidente di Forza Italia della Commissione Finanze della Camera. "I partiti, Letta e Napolitano non hanno più nessuna legittimità - scrive Beppe Grillo -. Sono figli illegittimi della Repubblica. Si torni al Mattarellum, si sciolgano le Camere e si vada al voto. Non ci sono alternative”.

Dai blog