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Ruby, Berlusconi: "Voglio vedere se i giudici fanno finta di niente"

Berlusconi nel mirino: visto da Benny

Andrea Tempestini
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E adesso voglio vedere se i giudici di Milano si ostineranno a ignorare la verità».  La verità, secondo Silvio Berlusconi, è che Karima Al mahrough era maggiorenne all'epoca delle cene di Arcore. Fatto che trova una nuova conferma nelle parole del ministro marocchino Mohamed Mobdii. Fu lui a firmare l'atto di nascita di Ruby, nel 1992. E lo afferma in una intervista rilasciata al quotidiano Al Akhbar, in cui ritiene di essere in possesso della prova della innocenza del Cavaliere, condannato a sette anni in primo grado per concussione e prostituzione minorile. La testimonianza di Mobii farebbe cadere la seconda accusa, essendo Ruby già diciottenne nel 2010. «A me aveva detto di avere 24 anni, di venire dall'Egitto e di essere la nipote di Mubarak», si è sempre difeso l'ex premier. Che adesso potrebbe chiedere l'acquisizione delle parole del ministro del governo di Rabat per riaprire il caso Ruby.  A inizio gennaio gli avvocati del Cavaliere hanno presentato il ricorso in appello contro la sentenza di primo grado. Si tratta di un faldone di 480 pagine in cui i legali Niccolò Ghedini e Piero Longo chiedono l'assoluzione del presidente di Forza Italia «perché il fatto non sussiste» ribaltando, pezzo per pezzo, la decisione della quarta sezione penale presieduta dal giudice Giulia Turri. Il collegio difensivo, nel ricorso, fa ancora perno sulle dichiarazioni di Karima, la quale ha negato di aver mai fatto sesso a pagamento con il Cavaliere. I soldi versati dall'ex premier alla ragazza marocchina sono stati un gesto di liberalità verso una persona in difficoltà economiche. Tutte tesi già respinte in primo grado. Che, anzi, hanno portato all'apertura di una nuova inchiesta, il Ruby ter, con la Rubacuori e altre decine di persone indagate per falsa testimonianza. Tutta gente a cui le toghe «hanno rovinato la vita», non si stufa mai di ripeterlo, Silvio. Le Olgettine, ha raccontato l'ex presidente del Consiglio in un'intervista al Sunday Times, sono «devastate», non trovano marito, non trovano lavoro, nessuno vuole affittare loro la casa. E, umiliazione su umiliazione, «vengono continuamente fermate per strada con richieste di fare sesso orale per 50 euro». Trattate come donne da marciapiede. E questo, attacca il Cav, a causa dell'inchieste che hanno appiccicato loro addosso l'etichetta delle prostitute.     Berlusconi non si illude che le parole del ministro del Marocco possano cambiare la situazione. «Su questa storia totalmente inventata ci hanno imbastito non uno, ma tre processi», anche se la speranza di «trovare un giudice a Berlino» non si sopisce, Silvio la vede sempre più nera. Ruby è stato il pretesto, «l'obiettivo delle toghe rosse era ed è quello di abbattere il nemico politico». Dalla procura di Milano fanno sapere che la testimonianza che arriva dal Nord Africa è priva di valore. «Non c'è alcun dubbio sul fatto che Ruby fosse minorenne nel febbraio 2010», fanno sapere fonti della pubblica accusa di rito ambrosiano. E comunque, le stesse fonti ricordano che il primo grado è andato, «queste sono questioni che riguardano eventualmente la Corte d'Appello». Se ne parlerà dopo Pasqua, il secondo grado del Ruby 1 non dovrebbe cominciare prima della fine di Aprile. Nel frattempo arriverà la decisione sull'affidamento in prova ai servizi sociali, dove Berlusconi potrebbe scontare l'anno  di condanna (tre dei quattro sono stati annullati in forza dell'indulto) per frode fiscale. Poi c'è il processo di Napoli per la presunta compravendita di senatori e il procedimento di Bari sulle escort di Giampi Tarantini, ripartito proprio ieri. Un calvario che sembra destinato a non finire più. E che avvicina a Silvio quegli esponenti politici coinvolti a vario titolo nella tenaglia mediatico-giudiziaria. Di queste ore sono i casi di Nunzia De Girolamo, ministro dimissionario che riallacciato il rapporto con il Cavaliere proprio in seguito alle sue vicissitudini personali, e di Claudio Scajola. L'ex ministro è stato assolto per il caso dell'appartamento con vista Colosseo. Il primo a telefonare per complimentarsi è stato proprio Silvio. In versione supporto psicologico per amici ed ex amici vittime di aggressioni giudiziarie. Salvatore Dama 

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