Grillo attacca la Boldrini: "Devi dimetterti"
La odiano tutti. I grillini al completo. Laura Boldrini prmai è nel mirino del Movimento Cinque Stelle. La gestione della bagarre a Montecitorio sul decreto Imu-Bankitalia ha definitivamente acceso lo scontro dei pentastellati contro la Presidente. Beppe ha cercato di tenere a bada i suoi parlamentari: "Stati calmi e non reagite, la politica si fa col rispetto e col silenzio", ha detto ieri in un incontro a Roma con i pentastellati. Ma le parole di Grillo più che calmare hanno scatenato ancora di più la furia grillina su Lady Montecitorio. Lo stesso Grillo ha puntato il dito contro di lei definendola "inadeguata, impropria, miracolata" e lancia anche un hashtag #boldriniacasa. L'hashtag diventa in breve il pretesto per un profluvio di commenti insultanti, comprese foto che ritraggono la presidente della camera negli improbabili panni di un soldato nazista. Ma sulla Boldrini non c'è solo il fuoco dei Cinque Stelle. Bastoni tra le ruote - La Presidente di fatto è anche al centro delle trattative sull'Italicum. Il suo ruolo di arbitro nel percorso delle riforme di certo la espone alle critiche dei partiti. Forza Italia e il Pd renziano hanno di certo notato come la Boldrini stia cercando di rallentare il percorso della riforma elettorale in Parlamento. "Renzi ha la sua tabella di marcia, noi la nostra", ha spiegato al Corriere della Sera, facendo intuire che le tappe forzate in Parlamento potrebbero subire degli intoppi. E sull'Italicum la Boldrini è dura: "Il pluralismo è un valore. Al tempo dell'antipolitica, ridurre la rappresentanza rischia di allontanare parti della società dalle urne. La governabilità va garantita, ma non a scapito della rappresentanza e della partecipazione dei cittadini". La Boldrini in un'intervista al Corriere va oltre e disegna la "sua" legge: "Sbarramenti e premi di maggioranza non possono essere troppo alti (al momento, si primi scattano al 4,5% per i partiti in coalizione e 8% per quelli da soli, i secondi al 37%, ndr). Io rispetto gli accordi tra i partiti, ma poi la legge deve essere discussa e votata dalle Camere". Il piano - E così per raggiungere il suo obiettivo mette mano al calendario della Camera e prepara un piano per ritardare il più possibile l'approvazione finale dell'Italicum. Roberto Speranza (capogruppo Pd), aveva chiesto che la discussione ripartisse già martedì, ma ha trovato nella conferenza dei capigruppo solo la sponda di Forza Italia, con Renato Brunetta. Mancando la maggioranza qualificata, la decisione è stata rimessa - a quanto appreso - alla presidente Laura Boldrini che ha fissato per la seconda settimana di febbraio. Boldrini ha poi stabilito che il contingentamento dei tempi non sia così stringente: 22 le ore fissate per il dibattito e la votazione. E' stato inoltre triplicato il numero degli emendamenti che i gruppi potranno segnalare e che dovranno essere depositati entro 24 ore prima dell'inizio dell'esame, dunque il 10 febbraio. C'è forse lo zampino di Vendola e di Sel dietro le mosse di Laura?