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Svizzera: Cgil Lombardia, subito piano da Regione e Governo

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Milano, 10 feb. (Adnkronos) - La Cgil Lombardia si dice preoccupata per "il risultato elettorale" del referendum, tenutosi ieri in Svizzera, per limitare l'ingresso di lavoratori stranieri nel territorio nazionale, "perchè mette in discussione la libera circolazione delle persone sancita dagli accordi tra Svizzera e Comunità Europea". Lo comunica la stessa Cgil Lombardia in una nota, sottolineando che "le ripercussioni si faranno purtroppo sentire anche per i circa 60mila lavoratori e lavoratrici frontalieri, che tutti i giorni varcano il confine per motivi di lavoro, donne e uomini che in tutti questi anni hanno contribuito moltissimo alla crescita economica e al benessere della vicina Svizzera, magari svolgendo i lavori più umili e rifiutati dagli svizzeri stessi". La consultazione elettorale è stata promossa dalle forze di centrodestra e antieuropeiste svizzere e il risultato ha dato ragione ai promotori del referendum: il 50,3% degli elettori ha detto sì alla limitazione degli ingressi, per qualsiasi motivo, in Svizzera. Nell'immediato, secondo la Cgil, non ci saranno ripercussioni pratiche, il Governo federale ha 3 anni di tempo per adeguare la vigente legislazione con gli esiti referendari. Per la Cgil, "le motivazioni di questo risultato elettorale vanno analizzate seriamente; oltre ad un razzismo nemmeno molto nascosto nei confronti dei lavoratori italiani e non solo, che respingiamo nel modo più assoluto, è necessario comprendere perché una terra che da sempre ha fatto dell'accoglienza e dell'ospitalità un elemento costitutivo, abbia compiuto una scelta come questa". (segue)

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