Berlusconi: "Ncd? Dovremo riprenderceli... Nel 2011 golpe di Napolitano, sinistra e magistrati"
"Se alle prossime elezioni dovremo andarci con una coalizione dovremmo riprenderceli vicino...". Silvio Berlusconi regala più d'una stoccata ad Angelino Alfano e al Nuovo Centrodestra, dal palco del Country horse di Arborea, in Sardegna, dove il Cavaliere ha chiuso la campagna elettorale delle Regionali lanciando il governatore Ugo Cappellacci. L'ex premier parla delle future alleanze e non nasconde qualche piccola preoccupazione: "Cosa dobbiamo fare perché ciò non accada forzatamente? Dobbiamo vincere le prossime elezioni con più del 37%, è a questo che stiamo lavorando attraverso la creazione di 12mila club in tutta Italia". Vietato però riparlare di "scissioni" dopo quella dolorosa dello scorso autunno che ha portato alla fine traumatica del Pdl. "Scissioni... No, non diciamolo...", scherza dal palco un Berlusconi su di giri -. Siccome tengono alle poltrone, se dovremo andare in coalizione dovremo riprenderceli vicino...". "Alfano utile idiota della sinistra" - Ma la bordata ad Alfano arriva verso la fine del comizio, quando ripercorre le vicende della nascita di Nuovo Centrodestra: "Hanno fatto una scissione e sono diventati la stampella del governo della sinistra con i loro 30 voti al Senato. Hanno assunto il ruolo che è quello degli utili idioti della sinistra, che li usa quando gli servono e poi gli dà una pedata". Nel governo Letta, in cui quelli della sinistra "si sono degnati di accettarci", "ci hanno concesso 5 ministri su 23, tutti di loro scelta". La stilettata ad Angelino è in agguato: "Forse abbiamo sbagliato, ma non ho sbagliato io, l'ha fatto chi è andato a fare la trattative e sappiamo chi è". "E poi è iniziata la procedura per la mia decadenza. Io che per vent'anni ho dato al partito e a chi c'era dentro tutto quello di cui aveva bisogno... posti di prestigio. Qualcuno era stato fatto ministro della Giustizia a 38 anni, segretario del partito a 40 anni, ministro dell'Interno a 42 anni. Io avevo bisogno del mio partito per andare dal capo dello Stato e dire: Se non finite questa mascalzonata della mia decadenza facciamo finire il governo. No, hanno fatto una scissione". La solita sinistra - La platea si scalda velocemente, anche perché il Cavaliere ride e scherza a getto continuo. "Ugo, possiamo fare così - dice rivolgendosi a Cappellacci -, tu canti, io racconto storielle e facciamo uno show patriottico...". Detto che Renzi "mi piace, non si è formato nella scuola comunista", Berlusconi non risparmia critiche durissime alla sinistra. "Ho visto un po' del loro programma. Questi qua, non c'è speranza, non hanno ancora imparato come si fa a far avanzare l'economia e a far avanzare la crescita. Hanno progetti deleteri per tutti. Basta dire: non facciamo un programma come quello della sinistra e si è sicuri di fare il meglio". "La sinistra vuole una patrimoniale di 80-100 miliardi da far pagare a tutti, anche a coloro che hanno una piccola casa". "Siamo sicuri - conclude il Cavaliere - che con l'equazione del benessere, che è un nostro credo, potremo portare benessere alle nostre famiglie e alle nostre imprese. Meno tasse significa più consumi e quindi più produzione e maggiori entrate nelle casse dello Stato. Con queste entrate uno Stato condotto da chi condivide la nostra ideologia economica, significa uno Stato che può aiutare coloro che sono rimasti indietro". Il "golpe" del 2011 - Al centro dell'agenda politica c'è anche l'ormai celebre "golpe" del 2011 risollevato dall'intervista di Alan Friedman a Mario Monti. "Contro di me hanno messo in atto una strategia di distruzione", accusa Berlusconi. La sinistra "per timore che non sarebbe più riuscita a togliermi di mezzo" ha "elaborato questa strategia", insieme "alla magistratura, che colpì la mia immagine senza curarsi che colpiva l'immagine del nostro governo e dell'Italia". In particolare, nel mirino del Cavaliere finisce anche il Capo dello Stato Giorgio Napolitano e l'Anm: "Ho avuto da più parti notizie di un vertice tra la più alta carica dello Stato, i vertici dell'Anm e del Partito democratico. Si sono detti, sconsolati: se non facciamo qualcosa di serio e questo qui non ce lo togliamo dai piedi rivince anche le prossime elezioni. E allora è iniziata una strategia di distruzione messa in atto in mille modi". Poi Berlusconi torna al suo ultimo anno di governo, il 2011: "Il 5 agosto una lettera della Bce ci chiese riforme rigorose, un'anticipazione di quello che sarebbe accaduto dopo. Mi recai a Bruxelles, discussi a lungo con il capo del Consiglio europeo, con Barroso capo della Commissione e vidi che ormai erano stati convinti dalla signora Merkel e da Sarkozy. Tornai in Italia e il consiglio dei ministri preparò un decreto legge con risposte a tutte le richieste. Quando il dl fu pronto tornai a Bruxelles e assicurai alle autorità europee che questo decreto era già fatto. Ma non potei mantenere la promessa per colpa del capo dello Stato e andai dal G20 a mani vuote", aggiunge il leader di Forza Italia, riferendo con qualche dettaglio in più la sua versione di quel momento della storia italiane recente già raccontata nella convention di Cappellacci a Cagliari, due settimane fa. "Per il bene del paese conviene che vi dimettiate, mi disse il Capo dello Stato, perché le Camera non vi hanno ancora sfiduciato. Dovete temere qualche altra emorragia dei vostri. Ci dimettemmo".