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La voce su Verdini: "Manda 11 senatori di Forza Italia a sostenere Renzi per asfaltare Ncd"

Giulio Bucchi
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La voce gira da un paio di giorni tra Palazzo Madama e piazza San Lorenzo in Lucina. Trovare un manipolo di "responsabili" tra i senatori di Forza Italia disposti a sostenere la nascita del governo di Matteo Renzi con una sorta di appoggio esterno. Un cuscinetto in grado di neutralizzare, di fatto, l'apporto all'esecutivo del Nuovo Centrodestra e rendere sempre meno decisivo ed influente il gruppo di Angelino Alfano. Grandi manovre parlamentari che i diretti interessati smentiscono categoricamente (così come il portavoce della segreteria pd Lorenzo Guerini) e che il segretario socialista Riccardo Nencini ha definito "fantapolitica, scritto tutto in maiuscolo", eppure l'ipotesi è sempre lì, sul tavolo, pronta a maturare. A lavorarci sarebbe Denis Verdini, il più scaltro uomo di Silvio Berlusconi. Il coordinatore azzurro, fiorentino Doc nonché amico di famiglia di Renzi, sta sondando umori e predisposizione dei "candidati".  "Verdini si fermi o finisce male" - L'obiettivo, come detto, non sarebbe tanto dare una mano al futuro premier, visto che da Forza Italia è già stata data la parola d'onore che sulle riforme istituzionali si andrà avanti in pieno spirito di collaborazione, quanto mettere un bastone tra le ruote ad Alfano e a Ncd. Già venerdì, dalla Sardegna, Berlusconi non aveva mancato di bastonare un po' a sorpresa l'ex delfino, bollato come "utile idiota" della sinistra a causa della scissione dal Pdl. La temperatura tra i due possibili alleati, dunque, torna ad alzarsi. Secondo il Fatto quotidiano, il ministro uscente delle Infrastrutture del governo Letta, Mauirizio Lupi, si sarebbe lamentato: "Stavolta Denis sta esagerando - scrive il Fatto citando lo sfogo del ciellino di Ncd -, ci vuole sfondare. Si è messo d'accordo con Cosentino e sta formando un nuovo gruppo al Senato con i dissidenti di Forza Campania. Ieri sera (giovedì, ndr) ha chiamato pure i senatori nostri. Ditegli di fermarsi o va a finire male".  I nomi dei "responsabili" - Secondo Paolo Emilio Russo su Libero in edicola  sabato 15 febbraio, quella di Verdini sarebbe "una operazione finissima concertata personalmente con il leader democratico". L'idea potrebbe essere raccogliere sette forzisti dissidente campani, quelli che si riconoscono in Nicola Cosentino, e quattro ex Pdl passati in Gal, Grandi Autonomie e Libertà, ai tempi delle consultazioni per Palazzo Chigi di Pierluigi Bersani. Il nuovo gruppo di 11 senatori (di cui il Fatto fa anche i nomi: Vincenzo D'Anna, Giovanni Mauro, Pietro Langella, Antonio Milo da Gal, Luigi D'Ambrosio Lettieri, Ciro Falanga, Pietro Iurlaro, Pietro Liuzzi, Luigi Perrone, Lucio Tarquinio e Vittorio Zizza da Forza Italia) servirebbe a spezzare Ncd, magari riuscendo ad attrarre alcuni senatori di Nuovo Centrodestra preoccupati per il cul de sac in cui si è infilato Alfano e per le possibili reazioni ostili di Berlusconi man mano che si riavvicineranno le elezioni. Alfano al bivio - Per ora sono più le smentite (degli stessi D'Ambrosio Lettieri, Zizza & co) che le conferme. Lo stesso braccio destro di Renzi Guerini è stato lapidario: "Non ci sono contatti o trattative in corso tra il Pd e Fi sul tema della composizione del governo. Una cosa è il piano delle riforme istituzionali su cui abbiamo avviato un cammino comune, altro è il piano del nuovo governo su cui il Pd non ha coinvolto vertici o esponenti di Forza Italia". Una cosa però è certa: Angelino è molto preoccupato. Tanto che dai suoi si prevedono già parole grosse e ferma opposizione se il governo Renzi si dimostrerà "il governo del Pd". Per questo motivo Ncd (che ha 30 senatori) e i 12 di Popolari-Udc di Mario Mauro e Pierferdinando Casini cercheranno di fare blocco comune. "Se Renzi ci vuole asfaltare rischia le urne", giurano i "partitini". Ma forse proprio per questo Alfano, Mauro e Casini si trovano a un bivio pericoloso: contrapporsi frontalmente anche al Cavaliere potrebbe non essere affatto un buon affare.

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