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Dagospia: Renzi e Alfano, il braccio di ferro un'invenzione

Alfano visto da Benny

La voce: nessun "durissimo" braccio di ferro, semplice strategia. Così Angelino potrebbe giocarsi meglio le sue carte...

Andrea Tempestini
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La grande lite, il "durissimo" braccio di ferro tra Angelino Alfano e Matteo Renzi? Una montatura mediatica. Almeno questo è il retroscena che ci offre Dagospia. Si sarebbe trattata di pura strategia politica, di un calcolo di Angelino, che si è un po' fatto Silvio (Berlusconi) riuscendo - o almeno provando - a "usare" i media per obiettivi strategici. Il punto, secondo Dago, è che l'accordo tra Renzi e Alfano (sui ministri in primis, ma anche sul programma) era già stato raggiunto da tempo, sicuramente era già stato raggiunto nelle prime ore di giovedì, la lunga giornata che si è dipanata tra voci di veti, pressioni, presunte liti e incontri sfumati. L'accordo, però, per Ncd prevede la perdita di uno-due dicasteri, oltre al "declassamento" di Angelino, che vedrà dimezzati i suoi incarichi: dovrà scegliere tra Viminale e vicepresidenza del Consiglio (e sembra orientato a scegliere gli Interni).  Poltrone - Dunque, un accordo - quello tra Renzi e Alfano - in cui Angelino viene parzialmente ridimensionato, in cui lascia qualcosa per strada. E se al leader di Ncd può andare bene (riesce a restare nella maggioranza e al tempo stesso, avendo meno peso, pone le basi per smarcarsi più agilmente nel caso in cui tutto capitolasse), l'intesa non piace a chi, tra gli alfaninai, la poltrona la perde. Nel dettaglio con l'intesa, sempre secondo Dagospia, una poltrona la potrebbe perdere Maurizio Lupi, che punta allo Sviluppo Economico, dove però la potrebbe spuntare l'ad di Trenitalia, Mauro Moretti. L'agricoltura che fu di Nunzia De Girolamo, inoltre, non verrà riconsegnata ad un alfaniano, ed Ncd dovrebbe perdere anche le Riforme Costituzionali di Gaetano Quagliariello, inglobate nelle Riforme (tout-court) dove dovrebbe essere paracadutata la giaguara Maria Elena Boschi. Meno poltrone per gli alfaniani, dunque, e parecchi maldipancia che Alfano dovrà sedare. Meglio poter affrontare il discorso spiegando che con Renzi c'è stato un "durissimo" braccio di ferro, e che a casa ha portato anche più del previsto, dunque. Così è, almeno secondo Dagospia.

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