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Renzi e la squadra di governo: ecco perchè falliranno

Matteo Renzi visto da Benny

Ignazio Stagno
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Matteo Renzi ha varato la sua squadra dei ministri. Un lista di ministri che sembra quasi quella di un Letta-bis. All'Economia è andato un tecnico come Pier Carlo Padoan che di fatto è un sostenitore della patrimoniale. "Le tasse che danneggiano di meno la crescita - spiegava solenne - sono quelle sulla proprietà, come l'Imu, mentre le tasse che, se abbassate, favoriscono di più la ripresa e l'occupazione sono quelle sul lavoro" aveva detto qualche tempo fa sulle colonne di Repubblica. Ora avrà le chiave di via XX settembre e le sprangate fiscali saranno assciurate. Uomo di D'Alema, tecnico e ben visto dal Colle e dai burocrati di Bruxelles è una sorta di Saccomanni II. Quasi come fosse una dinastia i ministri tecnici all'Economia in Italia stanno diventando la regola. Renzi non avrà il controllo del dicastero. Avrà pochi margini di manovra. Il governo di Matteo sarà schiavo dei diktat della Merkel come lo erano stati Grilli, Monti e Saccomanni. Ministri già vecchi -  Al lavoro non ci saranno grandi rivoluzioni. Al ministero è stato piazzato un altro uomo che non appartiene alla linea renziana come Gianluca Poletti. Dopo Giovannini arriva un rosso doc che probabilmente non riuscirà a riformare il lavoro. Allo Sviluppo Economico è andata una donna come Federica Guidi. Nonostante appartenga al mondo degli industriali nel suo ministero non avrà un budget da poter spendere per rilanciare la crescita. Padoan le lascerà pochi spiccioli. Agli Interni, alla Sanità e alle Infrastrutture restano i ministri di Letta: Alfano, Lorenzin e Lupi. Alla Giustizia è arrivato invece Andrea Romano. Già abbastanza timido come ministro dell'Ambiente con Letta, nel governo Renzi ora sarà il nuovo Guardasigilli. Una garanzia Orlando per le toghe. Con lui al ministero la riforma della Giustizia resterà lettera morta. Si dice che Orlando l'abbia voluto Re Giorgio frenando la corsa di Gratteri che tanto piaceva al Cav. Insomma questo esecutivo ha un obiettivo cadere il prima possibile per andare alle urne. Alfano avrà la sua gabbia d'oro, ma Renzi le riforme le farà col Cav. E chiuso il capitolo italicum le urne saranno a portata di mano. Per chiudere di fretta questa parentesi che sa tanto di passato. Il premier è giovane, ma il governo è già vecchio. 

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