Pd, tutti gli uomini di Cuperlo

di Lucia Espositodomenica 26 gennaio 2014
Pd, tutti gli uomini di Cuperlo
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Le dimissioni di Gianni Cuperlo dalla presidenza del Pd sono un'ulteriore scossa per il partito di maggioranza. Una decisione su cui pesa fortissima l'ombra della scissione. Da una parte ci sono il segretario e i suoi uomini, quelli del cambiamento, c'è Renzi che ha incontrato Silvio Berlusconi ha messo a punto con lui l'ossatura di quella che può diventare la nuova legge elettorale e dall'altra ci sono quelli che vogliono difendere la storia del partito. La truppe degli anti-Renzi che sono contrari al patto sulla legge elettorale stretto con Forza Italia e il Nuovo centrodestra. Subito dopo la direzione una  ventina di dirigenti del partito sui sono incontrati, come ricostruisce il quotidiano La Repubblica, in una saletta del ristorante lucano "Il Grano".  Tra loro ci sono Andrea Orlando, Barbara Pollastrini, Davide Zoggia, Stefano Fassina, Maurizio Martina. La loro strategia è quella di raccordarsi con Alfano e Scelta Civica. Il punto è che la minoranza del partito è divisa in più clan. Da un lato ci sono i bersaniani che hanno annunciato una lotta durissima: non voteranno la legge elettorale se essa non cambia nella parte in cui prevede le liste bloccate. Tra loroo ci sono Zoggia, Stumpo, Migliavacca, D'Attorre. Ci sono poi i giovani turchi che davanti alla scelta di Cuperlo di dimettersi ha perso la asua compattezza. La corrente promossa da Fassina, Orfini e dal ministri Orlando. Matteo Orfini ha fatto sapere che non vota emendamenti di corrente: "Io un emendamento per le preferenze non lo voto, a meno che non sia un emendamento del mio paritito". Oramai i giovani turchi sono accusati dal resto della minoranza di essere ormai renziani. Anche ai civatiani l'Italicum non piace. "la legge elettorale proposta da Silvio Berlusconi ha molti vizi: riprende molto parzialmente quanto ha deliberato la Consulta e allontana invece di avvicinare gli elettori dagli eletti", dice Civati il quale poi ricorda che aveva consigliato a Gianni Cuperlo di non accettare la presidenza del partito "soprattutto se non è d'accordo con la segreteria", 

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