M5s, Beppe Grillo a Palermo: "La mafia dovrebbe quotarsi in borsa"

di Ignazio Stagnodomenica 26 ottobre 2014
M5s, Beppe Grillo a Palermo: "La mafia dovrebbe quotarsi in borsa"
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Beppe Grillo sbarca a Palermo e parla di Cosa Nostra: "Bisognerebbe quotare la mafia in Borsa e se si investe si guadagnerebbe". Una frase quella pronunciata dal leader pentastellato che ha suscitato subito grandissime polemiche. Il comico genovese crede di far battute ironiche, ma da quando è leader di un partito forse dovrebbe controllare un pò di più le sue provocazioni.  "Non dovrei dire queste cose, domani i giornali titoleranno che Grillo inneggia alla mafia, ma la mafia è stata corrotta dalla finanza, prima aveva una sua condotta morale e non scioglieva i bambini nell’acido. Non c’è differenza tra un uomo d’affari e un mafioso, fanno entrambi affari: ma il mafioso si condanna e un uomo d’affari no. Nelle associazioni a delinquere non ci sono ormai più delinquenti, ma imprenditori, affaristi e magistrati", ha sottolineato Grillo. "In Sicilia la Mafia non c'è più" - Poi Grillo torna su vecchi temi usati durante la campagna elettorale delle regionali del 2012 quando ha sostenuto che la mafia in Sicilia non c'è più: "La mafia è emigrata dalla Sicilia, è rimasta qualche sparatoria, qualche pizzo e qualche picciotto. Cos’è la mafia? Cos’è l’onestà? A me non fa paura la disonestà di chi ruba, mi fa paura chi è disonesto intellettualmente. In Parlamento si reputano galantuomini perché loro non rubano, ma sono dentro un sistema ed è peggio che rubare". Insomma secondo Grillo a Palermo e in Sicilia sono rimasti pochi "picciotti". Peccato che il racket delle estorsioni vada avanti da decenni nel silenzio più totale. Ma questo Grillo fa finta di non saperlo...

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