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Matteo Renzi fa il mea culpa: dove ho sbagliato

di Eliana Giusto domenica 7 giugno 2015

2' di lettura

Chiuse le urne, per Matteo Renzi è tempo di bilanci. E al di là del risultato positivo della partita regionali vinto 5 a 2 ci sono delle questioni all'interno del Partito democratico che vanno affrontate una volta per tutte. Scrive Maria Teresa Meli nel suo retroscena sul Corriere della Sera che ora il presidente del Consiglio vuole "un chiarimento" con la minoranza del Pd, "perché sono stufo di questo andazzo, che rischia di rendere l'Italia un Paese poco credibile". "Basta con i tentativi inutili di mediazione con la minoranza interna di Bersani", avrebbe detto ai suoi Renzi, "abbiamo dato. Dobbiamo fare meno compromessi al ribasso, sennò il popolo del Pd non ci capisce, cosa che è stata ampiamente dimostrata da queste elezioni". E ancora: "Non è più accettabile che ci siano gruppi organizzati dentro il partito che non votino la fiducia a riforme che il governo ritiene delle priorità. Basta". Insomma, per il presidente è arrivato il momento che i quarantenni di minoranza bersaniana decidano cosa fare. Vogliono stare con l'ex segretario del partito o sono disposti a dialogare ma anche a rispettare le decisioni prese nei gruppi parlamentari?. A loro la scelta. Lunedì prossimo, il premier è pronto a fare pace con quell'area minoritaria che però non lo "boicotta per principio", quell'area che "ci ha appoggiato, che ha fatto delle proposte di modifica alle nostre leggi non per pregiudizio e che, infatti, noi abbiamo in parte appoggiato". Insomma, "così non si può andare avanti". Perché l'azione di governo deve essere "potenziata" e non si può più perdere tempo sulle riforme. Per farlo però ci vuole unità: "Lo sappiamo tutti che i nostri militanti non amano le liti e dovrebbero saperlo anche quelli che hanno aperto un contenzioso nella speranza che il Pd perdesse punti e che, quindi, io ne uscissi ammaccato. L'astensionismo questa volta ha colpito noi, perché noi non abbiamo dimostrato anche in periferia che il partito è cambiato sul serio. Non abbiamo perso voti a sinistra, perché la sinistra siamo noi, quella che crea i posti di lavoro e elimina le diseguaglianze". Ma Renzi ha un altro problema: ci sono dei suoi che sostengono Delrio che vogliono arginare il giglio magico e dare la vicesegreteria unica all'ex Ds Enzo Amendola.

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