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Pier Luigi Bersani: "Matteo Renzi è un pazzo"

di Andrea Tempestini domenica 9 marzo 2014

3' di lettura

Una gola profonda in Parlamento, che però a differenza delle classiche e anonime "gole profonde" ha un nome e un cognome: Augusto Minzolini, senatore di Forza Italia, ex giornalista catapultato nei Palazzi romani che il "vizietto" del giornalismo proprio non riesce a toglierselo. E così, su Il Giornale di venerdì 7 marzo, ecco che compare un suo lungo articolo in cui raccoglie diverse testimonianze, in cui racconta gli umori della politica e in cui, soprattutto, tratteggia un ritratto del premier, Matteo Renzi, tutt'altro che lusinghiero. Si è montato la testa - Già, perché - e sono in molti a pensarlo - il toscano Matteo si è montato la testa. A pensarlo, tra gli altri, è uno dei suoi ex e attuali grandi rivali, Pier Luigi Bersani, intercettato dal Minzo in un bar. L'ex segretario del Pd non nascondeva la sua insoddisfazione per le ultime mosse di Renzi: "E' un pazzo. Io ho vinto alla grande le primarie, ho vinto le elezioni sia pure di poco. Lui ha vinto solo le primarie e pensa di poter fare la rivoluzione". Si è montato la testa, appunto, e in molti - almeno a parole - nel suo partito lo scaricano. Tra questi anche quello che, forse, è il suo rivale più grande, Massimo D'Alema, che sornione commenta: "Io ho un solo partito. Ma è in Europa: il Pse". Insomma, il "nuovo corso" di Matteo non è roba per Baffino. Il giocattolo - Gli attacchi al premier, però, non arrivano, come è ovvio, soltanto da "casa sua", dal Partito democratico. Minzolini, infatti, raccoglie anche le taglienti confidente di Mario Mauro, ex-ministro e neo-trombato nel nuovo giro di poltrone, che si concentra sull'esplosione ego-maniaca dell'ex rottamatore trasformatosi in un pasionario delle poltrone: "Renzi - spiega Mauro - si è innamorato di Palazzo Chigi. Durante le consultazioni mi disse: Voglio andare al governo solo per fare le elezioni da premier. Gli risposi che non ero d'accordo, ma che la sua posizione era legittima. Ora, invece, credo che alle urne non ci pensi proprio. Gli è piaciuto il giocattolo". Sistema anfibio - Mauro, poi, avanza un altro sospetto, ben più preoccupante. "Si logorerà - si interroga -? Credo che tutto resterà com'è ora. Una legge elettorale per la Camera e un'altra proporzionale, il Consultellum, per il Senato. Un sistema anfibio che, nei fatti, garantisce il ruolo dei partitini di centro che si metteranno insieme. Anche perché il Senato - profetizza - resterà". Insomma, secondo Mauro - e anche secondo Minzolini - l'Italia sarà costretta a fare i conti con questo sistema elettorale ibrido che potrebbe condannare il Belpaese alle larghe intese perenni. Secondo il Senatore di Forza Italia, infatti, "il Quirinale è già pronto a legittimare il sistema anfibio", ossia "la Camera fungerà da motore politico e il Senato avrà una funzione moderatrice". Matteo spuntato - Renzi, insomma, da quando è salito a Palazzo Chigi ha ribaltato ogni sua concezione. Lo ha fatto per motivi funzionali, per garantirsi una lunga permanenza al governo. Si è sì montato la testa, ma si è anche piegato ad Angelino Alfano e ai partitini, accettando l'emendamento che prevede di rendere l'Italicum utilizzabile solo per la Camera. Se il sistema "anfibio" venisse cristallizzato, così, almeno al Senato, i partitini avrebbero lunga vita. Renzi, in definitiva, ha perduto la sua arma più potente, quella di poter minacciare il voto anticipato (può pure farlo, ma nessuno, ora, senza Senato riformato, si straccerebbe le vesti; dunque la sua vita al governo è molto più difficile; lui è più "ricattabile"). E il fatto che Renzi si sia privato della sua arma più potente, per l'ineffabile Minzolini, è "la dimostrazione plateale che il contagio è avvenuto", e che il premier è stato preso dall'"insidioso virus denominato poltronum".

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