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Imu abolita, Letta esulta: fino a novembre resta premier

Serviranno alcune settimane per la conversione in legge del decreto. E sulla decadenza Silvio prende tempo: se si vota, sarà in primavera...
di Giulio Bucchi sabato 31 agosto 2013

Enrico Letta

2' di lettura

Sarà pure una "concessione" al Pdl e a Silvio Berlusconi, ma di sicuro l'abolizione dell'Imu 2013 regala al premier Enrico Letta qualche mese di (relativa) tranquillità. Il governo delle larghe intese dovrà restare in carica fino alla conversione in legge del decreto approvato dal Consiglio dei ministri, quindi almeno fino a novembre. Con tanti saluti a chi lo voleva mandare in soffitta già entro il 31 agosto. Certo, resta il nodo cruciale della decadenza del Cavaliere, ma qui il governo può fare poco o nulla. Dipenderà tutto dalla Giunta, dal Parlamento, eventualmente da Giorgio Napolitano. E le ultime mosse di Berlusconi sulla legge Severino, con il ricorso alla Corte dei diritti europea e alla Consulta, lasciano intendere che si andrà per le lunghe.  Voto in primavera? - "Adesso possiamo avere più fiducia nel governo", ha commentato Letta al termine della conferenza stampa del governo. Sottinteso: il premier non scade più, o almeno non così presto. E allora, ammettendo la "precarietà" delle larghe intese, quando si potrebbe tornare alle urne? Oggi il grillino Di Maio parlava genericamente di "2014" e probabilmente non sbaglia. Potrebbe bastare metterci un "primavera" davanti. L'incognita, paradossalmente, ora diventa il Partito democratico. Come reagiranno i terremotisti democratici, quelli che da Matteo Renzi a Pippo Civati, passando per la base più anti-berlusconiana incarnata, di quando in quando, dal segretario Guglielmo Epifani, di fronte al possibile rinvio del voto in Giunta sulla decadenza del Cavaliere? Avranno la pazienza di temporeggiare e accettare le dinamiche parlamentari e giudiziarie? E ancora, una buona fetta del Pd non contrario a prescindere alle larghe intese ha però un interesse sostanziale: lanciare Renzi premier, sì, ma impedirgli di prendersi anche il partito al congresso. E l'unico modo sarebbe andare al voto il prima possibile, per stoppare l'ascesa del rottamatore obbligandolo a fare "solo" il candidato, e non l'aspirante padrone.

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