La Cassazione deciderà il prossimo ottobre il futuro di Silvio Berlusconi. Dopo il via libera della Corte Costituzionale, il processo per i diritti tv è nelle mani dei giudici della Suprema Corte che dovranno decidere se confermare o meno la condanna del Cavaliere a 4 anni di reclusione (che con l'indulto si ridurrebbero a uno) e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici, che di fatto lo metterebbero fuori dalla scena politica. Ma vediamo nel dettaglio le tre possibilità che si trova ora davanti il leader del Pdl. L'assoluzione - Ipotesi abbastanza improbabile. La Cassazione annulla la condanna stabilita in primo grado e confermata poi in Appello. Si tratta di una assoluzione piena, senza rinvio. Politicamente parlando sarebbe una vittoria senza precedenti per Silvio Berlusconi. Il rinvio - I giudici della Suprema corte potrebbero accogliere il ricorso dei difensori del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Franco Coppi, e ordinare ulteriori accertamenti e valutazioni. In pratica possono "cassare" il provvedimento impugnato e rinviare la causa a un altro giudice. In questo caso, lo scenario possibile è la prescrizione: Berlusconi insomma non sconterebbe alcuna pena e il suo futuro politico sarebbe garantito, ma con la "macchia" di una condanna evitata. La condanna - La Cassazione conferma la condanna. La pena per Berlusconi è a 4 anni, ridotti a uno con l'indulto, e a 5 anni di interdizione dai pubblici uffici. In pratica il Cavaliere deve scontare un anno. Che può essere ai domiciliari, in prova ai servizi sociali, o addirittura in carcere qualora venisse revocato l'indulto per le eventuali condanne in altri processi (vedi Ruby e Consorte-Fassino). Politicamente, questa sarebbe una condanna a morte politica per Berlusconi che dovrebbe lasciare Palazzo Madamma. Ma i suoi avvocati hanno un'ultima carta da giocarsi contro questa eventualità: le precedenti due assoluzioni della Cassazione in procedimenti per l'acquisto dei diritti dei film americani da trasmettere in tv.