Grasso e Boldrini rinunciano alla casama è una farsa, ci costeranno di più

I presidenti di Camera e Senato non useranno gli appartamenti destinati a loro. A quanto pare la loro scelta in nome dell'anticasta peserà di più nelle tasche degli italiani
di Ignazio Stagnosabato 30 marzo 2013
Pietro Grasso e Laura Boldrini

Pietro Grasso e Laura Boldrini

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Laura Boldrini e Pietro Grasso hanno rinunciato all'utilizzo degli appartamenti destinati al presidente della Camera e al presidente del Senato per il soggiorno a Roma durante il loro mandato. Giro di vite anche sull'utilizzo delle auto blu e dell'ufficio di presidenza di Montecitorio. Un gesto in nome dell'austerity e dell'anticasta che va tanto di moda da quando i grillini sono approdati in parlamento. La decisione e’ stata presa, all’unanimità, dall’Ufficio di presidenza che ha stabilito che nè  il presidente della Camera, nè i 4 vice nè i 3 Questori ne usufruiranno. La decisione di Grasso e Boldrini si spinge oltre. Infatti c'è anche la valutazione della eventuale possibilità di restituire al Demanio gli appartamenti, o destinarli a uso diverso. Le auto blu comunque potranno essere usate solo per ragioni di servizio e per tragitti nella Capitale e per raggiungere gli aeroporti. l parco auto di Montecitorio e’ composto da 10 auto di servizio, che devono servire per circa 70 persone: oltre al presidente della Camera, ovviamente, fra esse ci sono i titolari di cariche o presidenti di Commissioni o Giunte. Ci costerà di più - La decisione è stata presa anche per far risparmiare qualche euro ai contribuenti. Ma a quanto pare lo "sforzo" di Grasso e Boldrini non è proprio così "conveniente" per le casse degli italiani. Anche se non si utilizzano il personale di servizio deve essere ugualmente retribuito. Aggiungiamo "l'obbligo" dei pranzi istituzionali e di lavoro. Quindi, il costo complessivo degli appartamenti, utilizzati o meno, non cambia. Grasso e Boldrini avranno una propria abitazione privata. Tutto ciò comporta il trasferimento giornaliero casa-ufficio-casa, con auto di servizio e di scorta (6 persone a turno), piu' il servizio di guardiani davanti all'abitazione privata, 3 agenti a turno, 24 ore su 24 ore. Va detto che il servizio di sicurezza non dipende dalla volontà dei due presidenti ma dalle valutazioni del ministero dell'Interno. Non potrebbero rinunciare. Aggiungiamo i problemi del traffico romano, caotico di per sè, che aumenterebbe a causa dei trasferimenti della seconda e terza carica della Repubblica.  I precedenti e i disagi - La rinuncia agli appartamenti di rappresentanza non è un'esclusiva di Grasso e Boldrini. Anzi tutt'altro. Negli scorsi anni anche alcuni presidenti della Repubblica avevano rifiutato di alloggiare al negli appartamenti del Qurinale. Ma alla fine il buon senso e soprattutto i conti hanno avuto la meglio. Scalfaro e Cossiga dovettero desistere e con lui pure Ciampi per le proteste dell'Aduc, l'associazione dei consumatori, che con una lettera spiegò i motivi per cui era conveniente comunque restare a soggiornare anche di notte al Qurinale. Ecco cosa scrisse Primo Mastrantoni, segreario dell'Aduc a Ciampi: "Caro Presidente, vorremmo che le cerimonie pubbliche avvenissero in orari compatibili con il caos cittadino. La città di Roma è  gia sconvolta per l'impossibile traffico, al quale si aggiungono i lavori in corso. Rendere omaggio al Milite Ignoto alle 23 invece che alle 18, non toglie nulla alla deferenza e permette ai cittadini di sopravvivere alla mobilita' sconvolta della capitale. Aggiungiamo l'invito ad utilizzare pienamente la sede del Quirinale anche per il soggiorno notturno". 

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