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Coronavirus, Carlo Nordio bacchetta il governo: "Decreto tardivo e pasticciato", tutte le falle

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L'Italia è un'intera zona rossa. Una misura, quella di Giuseppe Conte, aspramente criticata da Carlo Nordio. Per l'ex procuratore aggiunto di Venezia, oggi attento analista della politica interna, il coronavirus non si ferma così. "Un decreto tardivo e pasticciato. Anche se, al punto in cui siamo, ormai va bene così" confessa in una lunga intervista a ItaliaOggi, dove non può fare a meno di ricordare "il caos di esodi che ha causato". Quelli di sabato sera, quando dalla Lombardia sono fuggiti a fiotti per tornare al Sud.

Eppure la situazione in cui è riverso oggi il Paese era già stata annunciata. "Circa un mese fa - prosegue Nordio -, i più esperti scienziati avevano lanciato l'allarme. Mi limito a ricordare che la nostra bravissima Ilaria Capua, costretta peraltro a emigrare in America per una sciagurata persecuzione giudiziaria, quando i casi in Italia erano poche decine già aveva suggerito di predisporre i sistemi per il telelavoro. Cioè per lavorare da casa, per evitare i contagi. Sarebbe bastata questa considerazione per allarmare il governo, che invece è intervenuto in ritardo". 

Ma le critiche non finiscono qui, perché ciò che è ben peggio è la confusione dei provvedimenti. "Per esempio - sottolinea l'ex pm - non si capisce se la libertà di movimento all'interno di una provincia rossa sia limitata. Che vuol dire? Che non puoi uscire in macchina, o in moto, o in bicicletta o a piedi all'interno della tua provincia o del tuo comune? Ma allora che senso avrebbe vietare l' uscita di casa a certe categorie di persone se lo stesso decreto dice che non puoi muoverti comunque?". Insomma, un'accozzaglia dovuta al fatto che "il decreto è stato redatto in tempo di notte, da persone stanche e confuse". Ma il rimprovero non è che fossero stanche e confuse. È che non ci avessero pensato prima,

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