Roma, 27 set. (Adnkronos) - "Chiediamo di mantenere operativa la Commissione speciale per la lotta alla criminalita' affinche' non cali la tensione sul grave fenomeno delle mafie nel Lazio". E' quanto si legge in una lettera inviata al presidente della Giunta regionale Renata Polverini e al presidente del consiglio regionale del Lazio Mario Abbruzzese da Gianni Ciotti, segretario generale provinciale Roma Silp Cgil, Luisa Laurelli, gia' presidente della Commissione sicurezza Regione Lazio, Luigi De Ficchy, Procuratore della repubblica di Tivoli, Francesco Forgione, ex presidente della commissione parlamentare antimafia, Enzo Ciconte, prof. di storia della criminalita' organizzata Roma 3, Alfredo Di Giovampaolo, inviato tgr Lazio, Andrea Palladino, giornalista Il Fatto quotidiano e Il Manifesto, Massimo Alberghini, associazione coordinamento antimafia Anzio - Nettuno. "Le vicende che hanno riguardato il Consiglio regionale del Lazio relative al caso Fiorito e non solo - si legge -, impongono una forte risposta. Le associazioni scriventi sono convinte della necessita' di effettuare una seria razionalizzazione della spesa. Tuttavia riteniamo che non sia giusto considerare tra le Commissioni da cancellare la Commissione speciale per la lotta alla criminalita'. La soppressione di tale Commissione per l'opinione pubblica attenta alle tematiche della sicurezza, potrebbe sembrare la scelta di un capro espiatorio che prescinde dalle attuali vicende aperte dal caso "Fiorito" che devono richiedere ben altre risposte. Nel rivedere percio' il numero delle Commissioni consiliari, proponiamo che la Commissione sicurezza e lotta alla criminalita' permanga, rafforzata nelle sue funzioni in quanto obiettivo prioritario della attuale amministrazione regionale che deve confermare l'impegno di contrasto alle mafie". "Le indagini della Procura antimafia di Roma insieme a quelle di altre Procure come quelle di Napoli, Reggio Calabria, Catanzaro e Milano, testimoniano come nella nostra regione ormai da decenni si registra un forte radicamento delle mafie storiche e in particolare della 'ndrangheta e della camorra con il clan dei casalesi e il clan Mallardo. Le mafie nel Lazio e su Roma (capitale dello Stato), hanno messo le mani su rilevanti speculazioni immobiliari come testimoniano i sequestri di beni e di quote societarie ordinati dalle Procure antimafia di Roma, Napoli e Reggio Calabria", aggiungono i firmatari. (segue)