Impossibile sapere quanti iscritti ha. Impossibile raccogliere qualche dichiarazione. Il Sindacato Padano di Rosi Mauro, spiega a Libero Alessandro Gemme (leader piemontese e componente della segreteria generale) tace sui numeri degli aderenti e parla solo con comunicati ufficiali. L’ultimo è un attacco all’europarlamentare del Carroccio Matteo Salvini, invitato a preoccuparsi della Lega anche perché «la leadership del Sin.Pa. non è in discussione». Indiscrezioni - Gemme è entrato nel sindacato verde nel 1994. Sta organizzando la tradizionale batelada per festeggiare il primo maggio. Sarà sul lago Maggiore. Presente Rosi Mauro. Forse - udite udite - pure Umberto Bossi. Il Senatur è stato invitato. I maroniani lo aspettano al varco, visto che la vicepresidente del Senato è stata espulsa dal Carroccio. «Sarebbe incredibile vederlo lì» ringhia un deputato. Nonostante il cartellino rosso, quella definita malignamente «la badante» continua a frequentare il vecchio leader. D’altronde ha casa a Gemonio, a due passi dall’abitazione di Bossi e della moglie Manuela Marrone. Domenica scorsa, raccontano gli spifferi, ci ha parlato per due ore. Qualcuno giura ci fosse pure l’ex capogruppo alla Camera Marco Reguzzoni, altro pupillo di Umberto. Fatto sta che i numeri del Sin.Pa. sono tra i grandi misteri di queste terribili settimane padane, tra diamanti e finanziamenti al sindacato. La Mauro non s’è sbilanciata, nell’ultima puntata di Matrix, sul numero degli iscritti. Recentemente, a una giornalista Rai de L’ultima parola ha sparato: «Sono 250mila iscritti in tutto il Nord», e giù risate a crepapelle tra parecchi leghisti. La vicepresidente del Senato non rise per nulla, anzi. S’infuriò con l’ex direttore della Padania nonché conduttore della trasmissione, Gianluigi Paragone. «Cosa vogliono, come si permettono?» urlò a Palazzo Madama pochi giorni dopo alla presenza di qualche senatore. Mistero iscritti - Pensare che nel 2006 le cifre diffuse dai lumbard erano addirittura superiori. In un’interrogazione parlamentare rievocata da La Stampa, Roberto Cota e Lorenzo Bodega parlarono di «oltre 350 mila» iscritti. E quindi - sostenevano - era inaccettabile l’esclusione dal Cnel, dove l’unico posticino assegnato ai padani era poi finito alla Cgil attraverso il solito ricorso al Tar. Il ministro tagliò corto: le cifra degli iscritti «non è verosimile». Non è un caso se in una intercettazione finita sui giornali, l’ormai ex tesoriere leghista Francesco Belsito e la dirigente amministrativa del Carroccio, Nadia Dagrada, sghignazzavano: «C’avevamo quei settemila iscritti no?», e giù risate. «Secondo me saranno... boh?». «Pochi». Insolenze alle quali il sindacato padano ha replicato con il solito comunicato: «Esistiamo, eccome!». «Il nostro problema» si legge sul sito dell’associazione, che riporta le parole di Gemme «è il tesseramento cosiddetto diretto. Siamo infatti in causa con alcune aziende, come la Fiat su Torino, perché rifiuta di farci le trattenute sindacali. Analogo problema ce l’abbiamo con Poste Italiane dove abbiamo vinto in appello sul Tribunale di Brescia per farci riconoscere il diritto ad avere la trattenuta sindacale in busta paga». Va bene. Ma quanti sono gli iscritti? «Parliamo solo con comunicati» risponde a Libero Gemme (tono molto cortese). Alla batelada ci sarà Umberto Bossi? «Per ora non abbiamo nulla da dire, scusate». Clic. Nelle scorse edizioni, per salire sul battello servivano almeno 35 euro.Soldi ben spesi, perché tra le altre cose capitava d’ascoltare dal vivo la musica di Pier Moscagiuro, in arte Pier Mosca, caposcorta della Mauro e autore - in duetto con Enzo Iacchetti - del tormentone della primavera leghista “Kooly Noody”. Sì, si pronuncia “culi nudi”. La Mauro la voleva come sigla delle trasmissioni del Sin.Pa. su Radio Padania. di Matteo Pandini