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Giulio Tremonti, sentenza in Germania sulla Bce: "Niente sarà più come prima"

giulio tremonti

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La sentenza con cui la Corte Costituzionale tedesca ha posto un ultimatum di tre mesi alla Bce, dopo i quali la Bundesbank - se non saranno rispettate certe condizioni - potrebbe ritirarsi dai programmi di interventi - non è da prendere sottogamba. Ad affermarlo Giulio Tremonti, che di economia ne ha masticata e ne mastica tutt'ora. "È evidente che niente sarà più come prima, niente sarà più come abbiamo sperato", ha ammesso in un'intervista al Sole 24 Ore. Per il ministro delle Finanze nel governo Berlusconi il punto essenziale è che alla Bce "hanno operato i Picasso dell'economia, che hanno messo i liquidi al posto dei solidi, i debiti al posto del capitale, i tassi sottozero, inseguto l'inflazione come (irraggiungibile) amica, e messo la magia al posto della realtà". Un quadro che non può far altro che mettere in difficoltà il nostro Paese, a forte rischio crisi, perché "mentre noi abbiamo messo l'Unione sopra la Costituzione, la Germania ha messo la sua Costituzione sopra l'Unione".

 

 

Quello avvenuto in merito al Quantitative Easing, ossia un via libera da parte tedesca alla possibilità che l'Eurotower acquisti tioli di Stato privati con limiti, non va contro la Corte Ue. La Germania infatti ha semplicemente fatto riferimento alle sue passate sentenze. Un dettaglio che preoccupa ancora di più. Così - conclude - "cade l'illusione di un illimitato accesso ai fondi della Bce. Quale che sia la natura tecnica della decisione, è evidente che niente sarà più come prima, e niente sarà come era stato annunciato e sperato". Risultato? "La Germania si rafforza, ottenuto il permesso per fabbricarsi aiuti di Stato", e l'Italia arranca, come al solito.

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