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Alfonso Bonafede, l'informativa su Di Matteo in aula: applausi dei renziani, protesta la Lega

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E venne il giorno dell’informativa alla Camera di Alfonso Bonafede. Ovviamente il ministro si è difeso partorendo una banalità dietro l’altra, come solo un vero grillino sa fare. “È stata offesa la mia onorabilità e la memoria delle vittime della mafia”, ha dichiarato il guardasigilli respingendo l'accusa di essere stato condizionato, in modo più o meno diretto, sulla mancata nomina di Nino Di Matteo a capo dell’amministrazione penitenziaria. “Io ho ragione, gli altri hanno torto, non c’entro nulla sui mafiosi scarcerati ma c’entro se li rimetto dentro”: così Claudio Borghi ha sintetizzato con grande efficacia il discorso di Bonafede, che è stato timidamente applaudito dal Movimento 5 Stelle, mentre il resto del Parlamento era con gli occhi sgranati. Anzi, come ha fatto notare il deputato leghista, addirittura tra i banchi di Italia Viva c’è chi ha applaudito l’intervento garantista del berlusconiano Costa contro Bonafede: un altro segnale evidente dei malumori interni alla maggioranza, dove il Pd come al solito sembra vivere su un altro pianeta. Al punto che, come sottolineato da Borghi, l’intervento dei dem dopo l’informativa del ministro è stato a senso unico contro Salvini e Di Matteo. 

 

 

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