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Palamara, la confessione dei magistrati in chat: "Sapevamo di fare campagna per il Pd"

 Luca Palamara

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Lo scoop della Verità, che ha raccontato le sue manovre con i magistrati di sinistra per attaccare il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, sulla questione della nave Diciotti, hanno provocato una scialba difesa d'ufficio dell'ex vicepresidente del Csm Giovanni Legnini. Lo scrive lo stesso quotidiano che riporta le parole dell'esponente del Pd: "Si trattò di un intervento doveroso, che rientra nelle competenze del Csm, svolto esclusivamente a tutela dell'indipendenza della magistratura dagli altri poteri dello Stato, e che rifarei esattamente negli stessi termini poiché mi sono sempre battuto per affermare le reciproche sfere di autonomia tra magistratura e politica. I messaggi oggi (ieri, ndr) pubblicati non hanno nulla a che vedere, dunque, con la vicenda Palamara".

 

 

 Che cosa è successo con la Diciotti è noto, ed è noto pure che dopo qualche mese, Legnini scenderà senza successo in campo per le regionali in Abruzzo alla guida di una coalizione di centrosinistra. Sempre grazie alle chat acquisite dai pm di Perugia sia Legnini che Palamara entrano in contatto con il procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio, titolare del fascicolo su Salvini. Ma per Legnini, conclude la Verità, tutto questo è "decontestualizzato" e "fuorviante".

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