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Funziona il piano-Lombardia, stanziati 400 milioni per più di mille cantieri

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Fabio Rubini
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In poco più di un mese sono stati oltre mille i cantieri aperti dai Comuni e dalle Province lombarde grazie al Piano Marshall di Regione Lombardia. I numeri degli Uffici territoriali della Regione, incaricati di raccogliere e vagliare i progetti, parlano chiaro. A ieri su 1.506 Comuni esistenti in Lombardia avevano presentato progetti in 1.150 e visto che per far partire i cantieri c'è tempo fino al 31 ottobre, a Palazzo Lombardia sono fiduciosi di superare i 1.500 progetti finanziati. 

I soldi "veri" sono quelli contenuti nel Piano Marshall presentato da Regione Lombardia a fine aprile e votato dal Consiglio regionale lo scorso 5 maggio. Nei tre miliardi messi in campo (in tre anni), c'erano anche i 400 milioni di euro a fondo perduto da destinare ai Comuni e alle Province per attivare nuovi cantieri, in modo da far ripartire l'economia. Fautore del progetto, oltre al governatore Fontana e all'assessore al Bilancio Davide Caparini, c'è anche Massimo Sertori, assessore con delega agli enti locali: «I numeri che fin qui abbiamo raccolto confermano le nostre aspettative», spiega, «i Comuni sono contenti perché hanno la massima libertà di scegliere come spendere quei soldi. In sostanza si tratta di un provvedimento federalista: io ti do i soldi e tu sindaco, che sei il più vicino alla tua comunità, decidi le priorità per spenderli». 

BUROCRAZIA (QUASI) ZERO
Un altro aspetto di questo provvedimento è che scavalca parecchi passaggi burocratici, snellendo così le procedure per la partenza dei lavori. «Le regole per avere i finanziamenti sono semplici: intanto bisogna garantire la partenza del cantiere entro e non oltre la data del 31 ottobre. Questo perché - spiega Sertori - lo scopo del provvedimento è quello di dare soldi da spendere in fretta per far ripartire l'economia. Per questo abbiamo dato tempistiche strette e rigorose, convinti, a ragione, che Comuni e Province avessero progetti già pronti nei cassetti». E per essere sicuri che i sindaci e gli amministratori recepiscano bene, lui e Caparini stanno girando le province «per spiegare e sciogliere eventuali dubbi». 

Tornando alla burocrazia (quasi) zero, è ancora Sertori a spiegare la modalità di come gli enti locali riceveranno i soldi: «Una volta consegnato il certificato di inizio lavori, la Regione versa il 20% del totale. Poi entro fine gennaio, inizio febbraio, senza bisogno di ulteriore documentazione, daremo un altro 50%. Per il restante 30% basterà presentare il rendiconto finanziario e il certificato di fine lavori». Visto il successo («anche agli Stati generali hanno spiegato che i Comuni sono i migliori veicoli per i finanziamenti. Ci hanno copiato, ma va bene così») è molto probabile che l'esperimento possa essere replicato anche nel 2021. Del resto da spendere restano 2 miliardi e 600 milioni. «Non escludo affatto una seconda puntata. Anzi, la ritengo molto probabile», chiosa Sertori. 

I PROGETTI
Interessante è vedere anche per cosa verranno spesi questi soldi. Nell'elenco dei progetti presentati c'è un po' di tutto: ponti, viadotti, lavori di riqualificazioni delle scuole. Ecco alcuni esempi concreti. A Bergamo verranno riqualificati i colli per "valenza turistica". A Pavia la provincia amplierà l'istituto superiore Volta e farà rotonde sulle strade. A Lodi il Comune di Castiglione d'Adda provvederà alla riqualificazione energetica della sede municipale. A Cremona verrà riqualificato l'ex teatro di Castelleone. A Brescia i contributi serviranno (tra le altre cose) per aumentare la connettività di scuole ed edifici pubblici. La Città metropolitana di Milano acquisterà barriere fono assorbenti per la Paullese. Mentre le zone montane si concentrano di più sul dissesto idrogeologico. E l'elenco è davvero lungo e variegato.

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