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Nicola Zingaretti, il grande gelo con Giuseppe Conte: "A che punto non può arrivare la mia lealtà"

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Il grande gelo. Così titola l’edizione odierna della Repubblica, che parla del malcontento di Nicola Zingaretti e dei sospetti di Giuseppe Conte: così vacilla l’asse portante del governo. È ormai sotto gli occhi di tutti che il rapporto tra il segretario del Pd e il premier si è incrinato: “La mia lealtà - è lo sfogo del dem con un collega di partito - non può arrivare al punto di accettare che il governo non decida e lasci il paese andare a scatafascio”. È proprio dai continui rinvii e dalle idee poche e confuse del premier che nasce il malcontento di Zingaretti, accentuato dalla vicenda degli Stati generali, convocati da Conte senza condividere con gli alleati né il lancio dell’iniziativa né i suoi scopi politici.

 

 

“In un solo colpo - scrive Repubblica - ha indispettito il ministro Gualtieri, scavalcato brutalmente, il capodelegazione dem Franceschini, che ha fatto poco per nascondere le sue perplessità sull’evento, e naturalmente lo stesso Zingaretti”. Il quale attendeva la fine del lockdown per affrontare una serie di questioni rimaste in sospeso e che invece lo sono ancora: Mes, Autostrade, Alitalia, decreti sicurezza, tutti temi rinviati di volta in volta. Il tempo trascorso a Villa Pamphilj non ha fatto altro che aumentare il gelo, dato che l’unica proposta uscita dagli Stati generali è un taglio dell’Iva che non vedrà mai la luce. La frattura è netta soprattutto sul Mes, eppure per ora non è in discussione il sostegno del Pd all’esecutivo: la situazione potrebbe però mutare con il passare dei giorni e la mancanza di decisioni. 

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