La bozza del nuovo Dpcm che Giuseppe Conte intendeva firmare già in serata non è piaciuta affatto alle Regioni, con Stefano Bonaccini che a nome di tutti i governatori ha presentato diverse richieste importanti. E così è iniziata una trattativa con il governo che ha fatto slittare la conferenza stampa del premier alla giornata di domenica, sempre se intanto si giungerà ad un accordo. Anche perché non ci sono solo le verifiche in corso tra Stato e Regioni, ma ci sono pure un po’ di tensioni all’interno della maggioranza.
Ne è un esempio il renziano Michele Anzaldi, che si è scagliato pubblicamente contro il premier: “Basta pasticci come sui sindaci e spettacolarizzazione della pandemia mentre la gente soffre, no all’ennesima conferenza stampa show di Conte senza che il Dpcm sia stato firmato e pubblicato. Qualcuno pensa ancora a like e sondaggi dopo il disastro delle nuove chiusure in arrivo?”. Un attacco molto pesante, che però al momento al premier non interessa perché c’è da condurre in porto un decreto che deve essere decisivo per riportare sotto controllo la situazione epidemiologica dell’Italia.
Le Regioni però non saranno facili da accontentare: contestano la chiusura di bar e ristoranti alle 18, che vorrebbero posticipare alle 23 con servizio al tavolo e alle 20 senza, e soprattutto chiedono che venga inserito nel testo il ristoro economico per le attività colpite dalle restrizioni. Non è tutto, perché i governatori chiedono anche la possibilità di adottare la didattica a distanza al 100% per le scuole superiori e quella di disporre riaperture sulla base dei dati epidemiologici e a discrezione delle Regioni.