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Dpcm, Lombardia, Piemonte e Calabria rifiutano la zona rossa. Roberto Speranza: "Surreale, basta polemiche"

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Il nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte entrerà finalmente in vigore a partire da domani, venerdì 6 novembre. Le misure restrittive sono già slittate due volte, ma stavolta neanche lo scontro ancora in atto tra il governo e le Regioni riuscirà a fermarle. Ovviamente il punto più contestato è quello delle tre fasce di rischio e soprattutto della collocazione dei vari territori: i governatori di Lombardia, Piemonte e Calabria (che tra l’altro sono tutti appartenenti al centrodestra) non si arrendono dinanzi alla decisione del governo di inserire le loro regioni tra le zone rosse, condannandole quindi alle restrizioni più dure, ovvero ad una sorta di nuovo lockdown simile a quello dello scorso marzo.

Se Attilio Fontana stamattina è apparso piuttosto rassegnato sulla zona rossa in Lombardia, dichiarando che soltanto dopo due settimane dall’entrata in vigore si potrebbe tornare alla normalità, lo stesso non si può dire di Alberto Cirio. Il quale invece ha criticato ancora duramente la scelta del governo: “Che fosse necessario irrobustire anche duramente le misure di contenimento al virus era evidente, tant’è che in Piemonte avevo già anticipato il Dpcm con ordinanze che avevano riguardato la scuola, la capienza del trasporto pubblico e i centri commerciali. Il fatto che il governo abbia scelto sulla base di dati vecchi di dieci giorni rischia però di non tenere in considerazione tutti questi elementi”. Il rischio per Cirio che è si potrebbero porre in “situazione più critica regioni che sono in fase di miglioramento”, senza tenere conto invece del “peggioramenti di altre realtà del nostro Paese”.

Intanto anche dalla Calabria il leghista Nino Spirlì ha annunciato che impugnerà l’ordinanza del ministero della Salute, definendo “ingiustificabile” la decisione del governo dato che a suo dire il sistema sanitario regionale non starebbe riscontrando difficoltà. Roberto Speranza è però intervenuto per provare a richiamare tutti all’ordine in questo momento così delicato: “È surreale che anziché assumersi la loro parte di responsabilità ci sia chi faccia finta di ignorare la gravità dei dati che riguardano i propri territori. Le Regioni alimentano i dati con cui la cabina di regia effettua il monitoraggio dal mese di maggio. Nella cabina di regia ci sono tre rappresentanti indicati dalle Regioni. Serve unità e responsabilità - ha chiosato - non polemiche inutili”. 

 

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