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Nicola Zingaretti, il retroscena: "Se non tira fuori le p***e". Gola profonda Pd: qui viene giù tutto (anche Conte)

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Nicola Zingaretti sbeffeggiato anche dai suoi. Il Pd quando pensa a un leader pensa a tutti tranne che al suo segretario. Pensiero comune anche in Forza Italia: "Se Zingaretti fosse stato più duro, Conte non avrebbe avuto la conferma di Vecchione e attraverso di lui addentellati nella guardia di Finanza e nella magistratura. Solo che Zingaretti non è Berlusconi", è lo sfogo intercettato da Augusto Minzolini di Matteo Perego, azzurro in Commissione Difesa. "Basterebbe che Nicola osasse un pochino - osserva anche Monica Cirinnà, senatrice del Pd - in mezzo ai saloni di Palazzo Madama ma sta fermo. Lui è il Re della palude. Basta guardare alle elezioni di Roma. Io non dico di essere la migliore candidata per il Campidoglio, ma lui decida finalmente. Invece, niente, sta fermo perché è pure pauroso e accarezza la candidatura a sindaco per se stesso, per lasciarsi aperta una via d'uscita in caso di guai. Lo chiameremo sliding doors".

 

 

Le prese in giro non finiscono qui perché nel retroscena del Giornale a Zingaretti viene detto di ogni. "Io sono un berlusconiano - ironizza il dem Fausto Raciti - e Zingaretti dovrebbe comportarsi con i grillini come il Cavaliere con la destra. Anche perché andando avanti così il partito rischia di sgonfiarsi come un soufflè". Ma a picchiare più duro ci pensa Sestino Giacomoni, uno dei consiglieri del Cav; "Sarebbe ora che Zingaretti tirasse fuori le palle". Un'uscita che sembra trovare d'accordo molti.

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