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Matteo Renzi, il retroscena: Conte-ter? Rocco Casalino e Domenico Arcuri nel mirino: li vuole fuori

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Matteo Renzi ha dato il via alla crisi di governo. Il ritiro delle sue ministre e del suo sottosegretario ha segnato lo strappo dei giallorossi. Ma l'ex premier vuole andare oltre. Renzi infatti non si limita a rivedere gli equilibri politici, ma punta a qualcosa di molto più ambizioso. "Pensate quanto sarebbe bello - è il ragionamento che ha fatto con il suo inner circle e riportato da Augusto Minzolini - un governo Cartabia-Draghi con una maggioranza Ursula e l'astensione della Lega".

 

 

Per il retroscenista del Giornale il rottamatore giocherebbe una partita tutta a suo vantaggio. Se da una parte Italia Viva, in un governo di così larghe intese, conterrebbe come il due di picche. Dall'altra Renzi prenderebbe la palla al balzo per fregiarsi del merito di aver dato una soluzione all'altezza delle emergenze di un Paese ancora in balia di una pandemia e di una crisi economica senza precedenti. Un po' come fatto con il matrimonio tra Pd e Cinque Stelle dopo l'addio del Carroccio.

 

 

Lo scopo per Renzi è dunque quello di diventare un riferimento nella politica degli anni a venire. "Per cui - scrive Minzolini - il nuovo Amleto della politica italiana trascorrerà il tempo da qui a martedì ad arrovellarsi il cervello sul dilemma 'to be or not to be': un governo da piccolo cabotaggio come il Conte Ter o una grande sfida come un esecutivo Cartabia-Draghi". Certo è che dalla sua parte il rottamatore per eccellenza potrebbe avere Silvio Berlusconi. Forza Italia non ha mai sdegnato un esecutivo di unità nazionale in grado di traghettare fuori dall'emergenza l'Italia. A maggior ragione quando si fanno nomi del calibro di Mario Draghi, ex presidente della Bce, e Marta Cartabia, ex numero uno della Corte costituzionale.

Non a caso sempre Minzolini qualche giorno fa parlava di una telefonata tra ex premier. Renzi avrebbe chiamato il Cavaliere per sondare il terreno, poco prima di salire al Colle e spiegare al presidente della Repubblica il da farsi. L'unico compromesso che il senatore di Iv potrebbe accettare? Quello che elimina dal governo giallorosso alcuni ministri. "Bisognerà cambiare - ragiona tra sé e sé l'Amleto di Rignano - il responsabile del Mef, il guardasigilli, il ministro dell'Istruzione e il Commissario Domenico Arcuri". Senza dimenticare il portavoce Rocco Casalino.

 

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