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Mario Draghi, la mano del premier dietro lo stop allo sci: "Tutto è precipitato in 48 ore", alta tensione nel governo

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Dietro la decisione di chiudere le piste da sci almeno fino al 5 marzo c'è il nuovo presidente del Consiglio Mario Draghi. Come rivela un retroscena de La Stampa, il confermato ministro della Salute Roberto Speranza ha chiamato il banchiere prima di ufficializzare la chiusura degli impianti. Un dietro le quinte confermato poi da fonti di Palazzo Chigi che all’Agi hanno spiegato che la scelta è stata condivisa dal governo e dal presidente Draghi. La scelta ha ovviamente scontentato soprattutto i protagonisti del settore, che si erano organizzati per ripartire in sicurezza. E che hanno saputo dell'improvvisa serrata con pochissimo preavviso, lamentando danni non trascurabili, viste le risorse investite nella tanto agognata riapertura prima della fine della stagione sciistica. A quanto pare, infatti, la situazione è precipitata in sole 48 ore e il premier è stato costretto a intervenire. 

 

 

 

Venerdì 12 febbraio, il Comitato tecnico-scientifico - che solo due settimane fa aveva dato l'ok per la riapertura delle piste in montagna - ha preso atto degli ultimi dati sulla diffusione della variante inglese del Covid in Italia. Variante che ad oggi colpisce il 17,8 per cento dei nuovi contagiati. "Allo stato attuale non sussistono le condizioni per ulteriori rilasci delle misure contenitive, incluse quelle previste per il settore sciistico amatoriale, rimandando al decisore politico la valutazione relativa all’adozione di misure più rigorose", ha scritto il Cts nel verbale inviato al ministero della Salute. A quel punto Speranza ha preso la sua decisione con l'appoggio di Draghi

 

 

 

Un inizio piuttosto turbolento per la nuova maggioranza, fresca di giuramento al Colle. La Lega, parte integrante dell'esecutivo, ha già fatto sentire la propria voce chiedendo aiuti immediati al settore. E non solo. Il partito di Matteo Salvini chiede anche la testa di Walter Ricciardi, consulente di Speranza e promotore di un lockdown rigido, e di Domenico Arcuri, attualmente responsabile della campagna vaccinale. Sul commissario straordinario all'Emergenza, però, Mario Draghi prenderà una decisione solo dopo il voto di fiducia al Parlamento e non prima di aver spiegato come intende velocizzare il sistema della vaccinazioni.

 

 

 

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