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Luciana Lamorgese, poltrone e tappeti: spesa di mezzo milione di euro per il suo ufficio al Viminale

Brunella Bolloli
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Mancavano i leggii in plexiglass e le vaschette di pelle da mettere sulle scrivanie. Gli armadi degli archivi erano così polverosi che tra quei corridoi spenti del Viminale si poteva girare un film noir oppure una di quelle commedie un po' fantasy tipo Una notte al museo con Ben Stiller e Robin Williams nei panni di Theodore Roosevelt e la mummia del faraone che prende vita. La sfortuna ha voluto poi che nel palazzo sede del Ministero dell'Interno ci sia stata una perdita d'acqua e così divani e tappeti sono andati a bagno: tutto da cambiare. Morale: 470mila euro di lavori liquidati nell'anno 2020, Iva compresa. Sono le spese del Gabinetto della ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, tutte documentate e presenti anche sul sito del dicastero, alla voce Amministrazione trasparente, ma a scovarle una per una, con tanto di delibera, è stato Andrea Koveos, il segugio di LabParlamento, che ha fatto due conti al restyling ministeriale e ha scoperto che anche nel 2021, anno in corso, parecchi soldini sono stati buttati nel Gabinetto del ministro. Intanto perché l'allagamento è recente (8 febbraio), due giorni dopo è partito l'ordine per il servizio di smontaggio, lavaggio e ripristino in fase di rimontaggio della parte elettrica del lampadario presso la stanza del capo Dipartimento al secondo piano del Palazzo del Viminale; per non parlare del servizio di ritiro, lavaggio e riconsegna di tre tappeti, un salotto e cinque poltroncine, sempre al secondo piano del ministero. Mentre per il materiale di ferramenta sono stati previsti 4.500 euro. Cifre perfino irrisorie per una città come Roma dove non ti regalano niente. Ma infatti, allagamento a parte, è più caro il bilancio degli arredi su misura, sempre liquidati nel 2020, per un totale di 39.280 euro. Solo quelli su misura, perché gli arredi semplici sono costati appena 11mila euro e in totale con il mobilio si superano i 110mila euro in un anno.

 

 

 

Yogurt a pranzo

Le famigerate vaschette in pelle portadocumenti, invece, hanno comportato un esborso di 4.600 euro, sedie e scrivanie 9.400 euro, rilegature e pattumiere circa 6.700 euro. Insomma, la ministra ha voluto dare una svecchiata ai vari uffici (non certo solo il suo, infatti sono spese che riguardano più uffici del Viminale), senza però tralasciare la veste istituzionale e i simboli dedicati all'Italia, a conferma del fatto che Lamorgese, bersagliata sul fronte immigrazione, pensa comunque sempre al proprio Paese (e all'Ue). Spiccano, infatti, tra le altre voci, gli acquisti effettuati a fine ottobre 2020 di bandiere: dell'Italia e dell'Europa, complete di supporti in gommapiuma, fornite dalla società Savent srl. Se il collega della Farnesina, Luigi Di Maio, usufruisce per i suoi incontri diplomatico-istituzionali di un servizio catering con personale in divisa pronto ad apparecchiare pranzi e cene per i suoi ospiti, al Viminale si mangiano le mani. Nel senso che sono praticamente a dieta. «La ministra pranza con uno yogurt o con della frutta», fanno sapere dallo staff. Il tempo di mangiare è poco, pressoché nullo, per questo sorprende ancora di più leggere che nei mesi scorsi sono stati comprati lavabicchieri nuovi di zecca, mini-frigo e perfino un tavolo refrigerato. «Cucina stellata qui, ma quando mai? Stiamo parlando di un cucinino che, dopo anni, aveva bisogno di un freezer nuovo», replicano dal ministero.

 

 

 

Già che c'erano, però, nell'ottica di ammodernare l'ambiente, è stato cambiato il lavello e il pensile ed è stata eseguita una manutenzione straordinaria del "cucinino" in uso al Gabinetto del ministro. Niente di male, ci mancherebbe, anche i predecessori dell'ex prefetta mangiavano e anche più di lei, ma allora come si fa ad avere speso quasi mezzo milione di euro in un anno mentre tutte le attività erano quasi bloccate a causa del Covid e gli incontri con omologhi stranieri sono stati molti rari? Ecco la risposta: lo smart-working. Per dotare tutto il personale del Viminale, che lavorava da remoto a causa della pandemia, di pc e collegamenti Internet efficienti, dal Gabinetto del ministero è stato ordinato l'acquisto di migliaia di dispositivi elettronici. Questo per i dipendenti da remoto. Per chi è rimasto in sede, invece, si è provveduto a cambiare qualche poltrona. Come quella costata 1.600 euro. Sicuramente comoda. 

 

 

 

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